La Sampdoria, per il suo bene, deve evitarela sindrome dell’accerchiamento. Ci sono stati errori ma non c’è nessun disegno politico…
So di dire una cosa assolutamente impopolare, ma credo che i giornalisti che dicono solo ciò che i tifosi vogliono sentirsi dire siano una sciagura delle squadre di cui parlano.
E quindi – al di là del rigore eventuale su Quagliarella, su cui possiamo stare a discutere tutto il giorno, il tocco c’è, ma bisogna vedere quanto fosse forte e la mia impressione è che comunque la sceneggiata del numero 27 blucerchiato che si tuffa come Klaus Dibiasi ai tempi d’oro, stando anche a terra qualche minuto, contribuisca al mancato fischio – dico subito che per il bene della Sampdoria è bene uscire dalla sindrome di accerchiamento.
Casualmente, allo stadio, ero seduto proprio in linea, a pochi metri dal tocco sul piede di Quagliarella, e il volo del capitano mi è sembrato talmente clamoroso e forzato che mai avrei fischiato quel rigore e mi ha divertito vedere i due bimbi dell’arbitro Aureliano dire timidissimi a Giuseppe Viscardi – ancora all’interno dell’area antistante lo stadio perché è l’uomo più lento del mondo a registrare i suoi apprezzabilissimi video post partita – “ma l’arbitro non è stato così male vero? Il rigore non era netto e le brutte cose che gli hanno urlato erano false”, con occhi, voce e passione per cui avresti assolto Aureliano a prescindere.
Non esiste un complotto contro la squadra blucerchiata…
Ma il mio discorso va oltre il rigore. Certo, il goal di Caputo contro l’Atalanta era assolutamente buono.
E si può discutere dell’eventuale doppio fallo che avrebbe procurato l’espulsione di Mazzocchi a Salerno, ma io credo che parlare di arbitri dopo una partita indegna come quella giocata da Giampaolo a Salerno richieda un Tso, con due gentili signori che vengono a prendere chiunque sostenga che la squadra di Nicola non abbia strameritato quella vittoria.
Così come non si deve dimenticare che, se la teoria del complotto fosse vera, allora il goal di Rabiot sulla splendida invenzione di Vlahovic non sarebbe stato annullato dal VAR (e anche questo non c’entra minimamente con il pareggio meritatissimo dalla Sampdoria contro la Juventus).
Insomma, io credo che parlare sempre e solo di arbitri sia sempre abbastanza ridicolo: lo penso per i tifosi blucerchiati che evocano ancora Pairetto e Trentalange e lo penso per i genoani che pensano di essere retrocessi per la maglia di Destro tirata da Dragusin in area contro la Salernitana e non perchè Spors ha sbagliato tutto il mercato di gennaio e perché Blessin ha sbagliato tutte le formazioni e ha fatto solo sette gol in diciotto giornate o che pensano che il rigore fischiato e poi revocato su Portanova contro il Benevento sia raccontabile con il fermo immagine della maglia tirata e non con il tuffo da Tania Cagnotto del giocatore del Genoa. Salvo poi tacere sul (giusto) annullamento del pareggio del Venezia da parte del VAR.
Insomma, non vale ricordarsi solo ciò che fa comodo ricordare.
Ripeto, so che è impopolare, ma davvero lasciate perdere l’arbitro Aureliano (anche per i suoi bimbi), gli arbitri e la sindrome da accerchiamento.
Sampdoria, per Lussana, Giampaolo ha delle colpe…
Sampdoria, evitiamo la sindrome dell’accerchiamento. Non fa bene a nessuno
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Io mi concentrerei sulla partita: la Lazio ha dominato il primo tempo e la Samp si è strameritata il pareggio nel secondo, con l’ingresso di Manolo Gabbiadini, che è davvero l’arma in più che può fare la differenza in questo campionato.
Insomma, pareggio meritatissimo. Ma due cose vogliamo dirle? Pareggio meritatissimo nonostante Giampaolo.
Perchè qualcuno deve ancora spiegarmi come sia possibile che Leris giochi titolare in serie A (mi sembra tornato quello di Ranieri e non è un complimento), in parte anche Vieira pessimo e un Augello che, al netto dello splendido cross per Leris, è stato disastroso.
Ma soprattutto vorrei che qualcuno mi spiegasse come è possibile che, con la squadra sotto per una rete a zero, continui il continuo gioco di passaggi e passaggini all’indietro: ma che senso ha? Ma a che serve?
Alla fine la risolve sempre Gabbiadini…
Poi, per vincere o quantomeno pareggiare le partite servono i Gabbiadini.
Nella Sampdoria, detto dei peggiori che finiscono dietro la lavagna (fra i quali oggi ci metto anche Bere e Sabiri, anche perchè Giampaolo si ostina a farlo giocare partendo dall’esterno e accentrandosi, mentre è chiaro che il suo ruolo naturale è il trequartista, e uno Djuricic inguardabile), è giusto dire anche dei bravi o bravissimi: di Gabbiadini si è detto, ma è quasi tautologico elogiarlo perché stiamo parlando di un grandissimo giocatore, mi sembra giusto elogiare Alex Ferrari, entrato benissimo in partita, Emil Audero, sempre pronto, Jeison Murillo che credo non giocasse una partita titolare da una vita ma si è meritato in pieno la maglia e soprattutto Valerio Verre, che a me è piaciuto moltissimo.
Negli anni abbiamo visto cose incredibili, da Torregrossa pagato sei milioni a Caprari svenduto per quattro. E poi Thorsby dato via per tre, Bonazzoli incredibilmente lasciato partire per quattro e mezzo, Candreva lasciato andare via solo per levare l’ingaggio, e potrei continuare con una serie di “crimini calcistici”…
Poi, certo, i conti li conosciamo e mi piace rendere omaggio a tre dirigenti che stanno facendo i salti mortali e che sono il meglio in società insieme a Marco Lanna: Gianni Panconi, Alberto Bosco e, col suo modo naif, anche Daniele Faggiano.