Già dalla partita contro il Verona, il Ferraris dovrà ritornare a essere un fattore per la Sampdoria: senza pubblico è più difficile, ma necessario per la salvezza
L’emergenza Coronavirus ha fatto sì che, dopo la pesante sconfitta interna contro la Fiorentina, la Sampdoria torni in campo nuovamente al Ferraris. Quel Ferraris che, negli anni, è sempre stato un fortino ma che, in questa stagione, è stato spesso sinonimo di sconfitta. Il rendimento interno della Sampdoria, infatti, è pessimo: tre vittorie, quattro pareggi e ben sei sconfitte. Due consecutive, contro Napoli e Fiorentina, con nove goal incassati e appena tre realizzati. Tre sconfitte di fila interne non si vedono dal settembre 2013 e, anche per questo, con il Verona va invertita la tendenza.
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Il tutto dovrà essere fatto senza la spinta della gradinata. Le porte chiuse privano la Sampdoria, così come tutte le altre squadre, del tifo del pubblico. Un tifo che a Marassi, più che in ogni altro stadio italiano e non solo, è incessante e caldo. Anche nelle sconfitte più dure.
Nel marzo che verrà la Sampdoria avrà due partite in casa, in cui invertire il trend negativo sarà obbligatorio. La salvezza, infatti, passa soprattutto dalle gare del Ferraris e perdere punti tra le mura amiche rende necessario guadagnarli fuori. Non semplice, considerando che, tra le trasferte del girone di ritorno, ci sono quelle con la Roma, con l’Inter, con la Juventus e con l’Atalanta.