Belve si nasce, lupi si diventa, già, e Ferrero va allo stadio, Lanna sta a casa e Stankovic è stanco di difendersi sempre da solo…
Belve. Un programma fortunato. Brava Francesca Fagnani. Brava a tirare fuori di tutto dai suoi ospiti. Ma con Massimo Ferrero non le è riuscito. Forse perché la belva è lui. Una belva incorreggibile. Torna allo stadio. Un suo diritto ci mancherebbe. È un uomo libero e pur sempre il proprietario dell’UC Sampdoria ricevuta in “dono” da Edoardo Garrone. Non bisogna mai dimenticarlo. Soprattutto oggi quando ci sarebbe bisogno di un vero e proprio miracolo. Un messia, un uomo di cuore più che di Chiesa.
Un uomo con tanti soldi, che abbia tutta l’intenzione di rimediare a un suo errore. I tifosi ci hanno provato. A modo loro. Il risultato è stato nullo. Prevedibile. La famiglia Garrone lavora sotto traccia. Ma è un lavoro complicato inevitabile. Nessuno vuol tirare fuori 40 milioni di euro. Nemmeno quel riccone sfondato di Al Thani. Anche lui vuole prenderla dal fallimento e ricominciare dalla Serie D. Incredibile. Solo a noi è capitato uno sceicco tirchio pronto a ricominciare, che ben ci vada, dalla Serie B. Proprio un investimento. E pensare che c’è che cerca di purificarsi da questa macchia…
Vabbè torniamo alla punta di Belve andata in scena allo stadio Olimpico. C’è chi sorride. Chi non ha mai perso quella voglia di cazzeggiare. Beato lui, beati chi se li può permettere. Di mio sono preoccupato anche quando la macchina del caffè non mi restituisce i 10 centesimi di resto. Tasche diverse.
Ma la cosa che più mi piace di tutto questo cinema è che Massimo Ferrero va allo stadio con un biglietto di uno sponsor della Roma. E perché non con quelli della sua Sampdoria? Nessuno ufficialmente si vuole più sporcare le mani…
Ma la cosa che mi è piaciuta di meno è che in questo fuggi, fuggi davanti a Ferrero ne ha fatto le spese ancora una volta la Sampdoria. Come a Torino con la Juventus. Il lupo mangia l’agnellino piccolo e indifeso. E soprattutto mal protetto. Nessuno mi toglie dalla testa che qualche bella parola, detta con fermezza, davanti alle telecamere a volte possa aiutare. Se qualcuno pensa il contrario gli ricordo che intanto perdiamo comunque…
Di Belve davanti agli arbitri c’è solo Stankovic…
Belve si nasce, lupi si diventa. Ferrero va allo stadio, Lanna sta a casa e Stankovic è stanco di difendersi da solo…
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Già lamentarsi. Ma non da soli. Non solo l’allenatore che in campo è davvero una belva. Non basta. Bisogna che sia tutta la società. L’unione fa la forza si dice sempre o non vale più? Dejan Stankovic non si tira indietro nemmeno in questo ma come ha ribadito dentro la panci dell’Olimpico è stanco di farlo. Di farlo da solo.
Marco Lanna è da qualche settimana ormai che preferisce non andare lontano da Genova. Peccato che il presidente non ci sia. Perché Marco è amato, stimato, ben voluto da tutti. Perché Marco oggi è il volto pulito di questa società.
Un presidente si deve sporcare anche le mani. Questo gli tocca. Sta in un contratto non scritto di oneri e doveri. Tocca a lui e perché no, all’avvocato Antonio Romei. Lui era dentro al campo. Seduto su un’altra panchina. Anche lui lontano da Ferrero. Ma il problema oggi è chi fischia, chi non guarda il Var, chi giudica il braccio di Rabiot o l’entrataccia di Abraham.
Poi però paga Murillo. Paghiamo noi. Pagano chi è andato a Roma credendo che si giocasse una partita regolare. E invece no.