La Sampdoria, in attesa della cessione, potrebbe avere davanti a sé due strade: il bond, in scadenza il 30 aprile, o l’aumento di capitale
La Sampdoria ha 40 giorni per definire il proprio futuro. Fino al termine della procedura di composizione negoziata (6 giugno) sarà al riparo da eventuali istanze fallimentari. Dopodiché i creditori potrebbero avanzare la richiesta per il fallimento della società: un’ipotesi, ovviamente, da scongiurare.
La scorsa settimana il Cda e Eugenio Bissocoli hanno incontrato la Figc e la Covisoc per avere chiarezza sui parametri e sui paletti che deve rispettare chi è interessato alla società. E’ emersa la quasi impossibilità del piano di Alessandro Barnaba, interessato solo al ramo sportivo, e le problematiche legate al nome Sampdoria e al mancato paracadute (25 milioni) in caso di fallimento.
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Cessione Sampdoria, le due strade per la continuità aziendale
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Per rilevare i debiti della sola parte sportiva serve una fideiussione da 100 milioni di euro. Serve, però, una soluzione di continuità e Il Secolo XIX propone due strade, entrambe già note.
La prima riguarda il bond convertibile da 30 milioni e dalla durata di 18 mesi. Ferrero, a cui arriverebbe il prestito, avrebbe quindi un anno e mezzo per restituire i soldi, con un interesse circa del 12%. La scadenza è il 30 aprile, ma è prorogabile.
L’altra strada, invece, porta alla ricapitalizzazione, chiamata nuovamente dal Cda, abbinandola – si legge sul Secolo – a una ristrutturazione del debito attraverso accordi con i creditori, attraverso l’articolo 57 del Codice della crisi. Tra gennaio e febbraio l’azionista di maggioranza aveva negato l’aumento di capitale, ma, a questo punto, potrebbe assecondare la richiesta.