L’emergenza Coronavirus ha costretto allo stop la Serie A, che, però vuole ripartire a tutti i costi: si rischia un dramma da 700 milioni
La Serie A ha un obiettivo chiaro: finire la stagione. Costi quel che costi. Perché, se il campionato venisse annullato i danni per le 20 squadre del campionato sarebbero elevati. Si parla di una cifra tra i 705 e i 725 milioni. Variabile perché tiene conto degli eventuali danni che le emittenti che detengnono i diritti (Sky, Dazn, e Img) sarebbero pronte a contestare. Una cifra alta, che, così come i diritti, sarebbe ripartita in parti non uguali tra i vari club di Serie A.
Avendo giocato il 74% delle partite a fronte dell’82% del totale già versato dalle emittenti, le squadre del campionato dovrebbero risarcire i broadcaster. Broadcaster che, inoltre, non verserebbero le ultime due rate, facendo arrivare la perdita stimata sui circa 400 milioni.
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I 300 milioni restanti dalla stima sarebbero persi tra mancati sponsor e mancati incassi dai biglietti per le partite, un problema che si ripercuote soprattutto sulle big del campionato. Seconda la stima, infatti, le perdite generate dai soli mancati incassi sarebbero circa 180 milioni.
La Serie A vuole ripartire, perché l’annullamento sarebbe un dramma. L’ipotesi ottimistica parla di 2 maggio, ma non è etto che non si possa riprendere il 9 o il 16, sforando la deadline del 30 giugno per finire. Intanto è polemica sulla ripresa degli allenamenti: Lotito spinge per iniziare subito, i medici spingono per il 4 aprile.