Il destino della Sampdoria è cambiato in nove giorni: tanti ne sono passati dall’accelerata alla cessione al duo Manfredi-Radrizzani
I nove giorni che hanno cambiato il destino della Sampdoria. Potrebbe essere il titolo di un film, ma è quello che è successo alla società blucerchiata, salvata dal fallimento grazie all’operazione-lampo condotta da Matteo Manfredi e Andrea Radrizzani per acquistarla e impedire che si procedesse con la liquidazione giudiziale.
La corsa di Radrizzani e Manfredi era iniziata a metà maggio, nel weekend di Sampdoria-Empoli. Poi, mentre i blucerchiati affrontavano il Milan a San Siro, da Londra Radrizzani aveva parlato dell’incontro con il sindaco di Genova Marco Bucci per lo stadio. Da lì il fondamentale passaggio a Bogliasco per incontrare Alberto Bosco e Alberto Marangon, passare al Luigi Ferraris e avere altri incarichi istituzionali. Era il 22 maggio.
Cessione Sampdoria, la telefonata tra Radrizzani e Al-Khelaifi
Cessione Sampdoria, i nove giorni che hanno salvato il club. Il racconto
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Il tempo a disposizione era molto poco, ma la voglia – che alla fine ha prevalso – tanta. Non era facile, anche perché c’era da superare la concorrenza di Alessandro Barnaba, che lavorava al dossier da gennaio e che sembrava essere a un passo dal diventare il nuovo proprietario.
Decisivo – racconta Il Secolo XIX – anche il passaggio telefonico con Nasser Al-Khelaifi per spiegarli il suo progetto, denominato “project sun”. Ottenendo, così, la disponibilità a entrare nell’affare solo una volta conclusi tutti i passaggi formali. Con l’idea di formare un progetto di multiproprietà che coinvolge anche il Braga.
Poi sono arrivati gli accordi con Sace e le banche, il Fisco e i creditori. E, infine, quello più importante con Massimo Ferrero e Gianluca Vidal.