Cari calciatori, prendete esempio dagli USA: manager e giocatori delle leghe sportive statunitensi danno l’esempio, con riduzione di stipendi e donazioni massicce.
Secondo quanto riporta l’emittente americana ESPN, il commissioner della lega di basket NBA, Adam Silver, il suo vice Mark Tatum e un centinaio di top manager NBA sparsi negli uffici di tutto il mondo si sono ridotti del 20% il loro stipendio annuo.
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Un portavoce della lega ha dichiarato “in tempi duri come questi, anche la NBA, come molte altre aziende, è costretta a prendere piccoli passi per attutire il duro impatto economico verso il nostro business”. Una decisione adottata anche dalla National Hockey League, la lega professionistica di hockey su ghiaccio.
Anche la proprietà dei Philadelphia Sixers (franchigia militante nell’NBA) e dei New Jersey Devils (NHL) aveva annunciato un taglio ai propri dipendenti con busta paga superiore ai 50.000 dollari annui. La reazione veemente aveva portato il management delle due squadre a rivedere il provvedimento al blocco di tale provvedimento, mantenendo il taglio volontario solo i top manager (tra cui il General Manager Elton Brand).
Anche il football americano e il baseball non stanno a guardare.
La lega NFL (football americano) e l’Associazione dei giocatori hanno donato 35 milioni di dollari alla Croce Rossa americana ed altri enti in prima linea nell’emergenza coronavirus.
Il quarterback dei New Orleans Saints, Drew Brees ha donato 5 milioni di dollari allo stato della Louisiana per far fonte all’epidemia di covid-19.
Da ultimo anche il campionato professionistico di baseball (MLB) ha annunciato la donazione di 1 milione di dollari per l’emergenza. Stanziati anche 30 milioni di dollari per i dipendenti degli stadi rimasti senza lavoro. La stagione avrebbe infatti dovuto iniziare con nei giorni scorsi ma è stata ovviamente rinviata.
Una risposta chiara e netta dello sport professionistico a stelle e strisce, che hanno risposto “presente” alla chiamata. Tanti gli esempi dati, non solo a parole o con instagram stories, ma mettendo mano al portafoglio.
Sono queste le decisioni che voremmo prendessero anche in Italia i manager sportivi e i calciatori.