La Sampdoria era nel destino di Delle Monache: tutto grazie al nonno Bruno, primo tifoso del nipote con una passione sfrenata per la maglia blucerchiata
Marco Delle Monache è un calciatore che non è tifoso. Sembra un paradosso, ma è così, ce lo ha confessato. Non ha una passione per una squadra in particolare, ha un legame indissolubile con Pescara, la sua patria, ma per il resto non c’è un club nel suo cuore.
Ma la Sampdoria è diversa. Quella squadra che, un po’ all’improvviso, lo ha acquistato l’anno scorso era già forse scritta nel suo destino. Tutto merito del nonno materno, Bruno, anche lui estraneo a qualsiasi legame di tifo con società di calcio ma innamorato della maglia blucerchiata. A raccontarlo è lo stesso Delle Monache, in un’intervista a ClubDoria46:
Mio nonno Bruno fin da quando ero piccolo mi diceva che ha sempre tifato Sampdoria, perché gli piaceva la maglietta. E mi ha sempre e solo detto Sampdoria. Un segno del destino. Mi ha accompagnato ovunque, mi portava da tutte le parti, si faceva trasferte lunghissime per venirmi a veder giocare anche solo 5 minuti. E’ lui il mio primo tifoso, è troppo contento che io ora giochi qui. Verrà a vedermi qui in ritiro, non riesce a stare senza di me. E non vedo l’ora di abbracciarlo. Mi ha detto di non aver paura di niente, che sono forte.
Sampdoria, Delle Monache: “Mio nonno primo tifoso. Ho già legato con i più giovani”
Sampdoria, Marco Delle Monache: mio nonno me l’ha sempre detto…
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La maglia della Sampdoria è il punto di arrivo di una carriera che è solo all’inizio, quella squadra a cui un filo rosso lo ha collegato per tutta la sua vita, fin dall’infanzia. Una passione, un fascino per la divisa che è nato in famiglia. Quella famiglia che resta, per Delle Monache, fondamentale. Soprattutto per il fatto che, giovanissimo, si è trasferito molto lontano da casa:
La mia famiglia ha vissuto tutto questo come me, siamo molto legati. Coi miei genitori ovviamente, ma anche mio nonno soprattutto, i miei zii. Dal passare a stare sempre con tutti ad essere così lontano è difficile, però ci abitueremo. La mia famiglia ora è qui, non sarò mai da solo, o salirà papà o qualcun altro.
Gli insegnamenti del nonno e dei genitori sono quelli di inseguire sempre i suoi sogni:
Devo sempre inseguire i miei sogni a qualunque cost anche se bisogna fare dei sacrifici, però in futuro se voglio stare bene con tutti devo fare dei sacrifici.
Alla Sampdoria trova però una seconda famiglia, quella di una squadra che lo ha accolto meglio che poteva. E Delle Monache, racconta a ClubDoria46, già ha molto legato con qualcuno dei compagni:
I miei compagni sono ragazzi molto maturi, hanno già passato questo momento, sanno come farmi sentire per mettermi a mio agio. La differenza d’età non la sento, perché se ho già giocato un anno e mezzo con i grandi sono abituato. C’è sempre la differenza d’età nello stare in mezzo a loro, ma non la sento. Ho legato molto con Paoletti, ragazzo d’oro, avevamo anche giocato contro, poi lui è di San Benedetto e quindi veniamo da posti abbastanza vicini. Poi con tutti i giovani, con Verre che è stato a Pescara e poi un po’ con tutti.