Sampdoria, Delneri ricorda il periodo in cui ha allenato Cassano: l’ex calciatore blucerchiato era uno dei “geni” che ha allenato
“Ho allenato tre geni: Totti, Del Piero e Cassano“. Così sentenzia Gigi Delneri, che ha avuto l’opportunità di avere a che fare con 3 dei talenti più cristallini del calcio italiano in età moderna. Uno di questi è il talento di Bari vecchia, che il tecnico friulano ha avuto sia alla Roma, proprio insieme al Pupone, ma soprattutto alla Sampdoria, nella magica annata 2009/2010.
In un’intervista a Sportweek, settimanale della Gazzetta dello Sport, Delneri ha ricordato che cosa significasse allenare Antonio Cassano, giocatore “immarcabile” dentro e fuori dal campo, ma che sapeva come farsi perdonare ogni sregolatezza e come sdebitarsi coi compagni in campo:
A volte, nel riscaldamento, sembrava uno che non potesse giocare a pallone: quelli erano i giorni in cui faceva il fenomeno nei 90 minuti. In area era immarcabile. Cassano rincorreva di meno gli avversari e l’assist era il suo modo di sdebitarsi con la squadra. Antonio faceva segnare gli altri, se fosse stato più egoista – e un pizzico di egoismo nel campione è comprensibile – avrebbe realizzato molti più goal. Poi sì, era immarcabile anche fuori dal campo. Ci siamo scontrati. Una volta alla Samp l’ho tenuto fuori per un po’, si è immusonito però, quando è rientrato, ci ha trascinato in alto.
Sampdoria, Delneri ricorda Cassano: “Se fosse stato più egoista avrebbe segnato tanto”
Sampdoria, Delneri: Cassano? Immarcabile dentro e fuori dal campo. Quella volta che l’ho tenuto fuori…
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In quella stagione, culminata con il quarto posto in classifica e la qualificazione ai preliminari di Champions League, Cassano e Giampaolo Pazzini hanno trascinato la squadra verso un campionato esaltante, il punto più alto toccato dalla Sampdoria negli ultimi anni. E Fantantonio aveva messo a segno 9 goal e 9 assist in 32 partite di campionato, equilibrio perfetto nei numeri tra goleador e assistman. E chissà se avesse tirato di più in porta, come dice Delneri…
Ma Cassano era così, un giocatore sui generis, genio come Totti e Del Piero, ma anche sregolatezza, imprevedibilità pura. Era la punta di diamante del gruppo, quello che riusciva a incantare con le giocate e anche a risolvere partite. Difficile da gestire per gli allenatori, e Delneri lo ricorda bene. Ma sapeva bene come sdebitarsi nei confronti di tutti, anche dei tifosi della Sampdoria che, in quell’annata stupenda, erano tornati ad ascoltare l’inno della Champions League anche grazie a lui.