Italia, Mancini in Arabia Saudita potrebbe portare con sé gran parte dello staff che lo affiancava in Azzurro: da Lombardo a Salsano, la colonia di ex Sampdoria emigra a Riad?
Roberto Mancini in Arabia Saudita, ma non sarà solo. Il commissario tecnico che ha vinto l’Europeo con l’Italia vuole portare con sé la squadra con cui ha ottenuto il maggiore successo in Nazionale dai tempi del Mondiale del 2006. Secondo le ultime indiscrezioni, la selezione calcistica saudita avrà uno staff a bandiera italiana, attinto a piene mani dai fuoriusciti (o prossimi tali) dagli Azzurri.
Per esempio, pare che il vice sarà di nuovo Chicco Evani, con cui sembrava che, in origine, Mancini avesse discusso. E come lui anche i tanti ex Sampdoria che hanno accompagnato il Mancio nei 5 anni di Italia. Vediamo anche Fausto Salsano nello staff tecnico e con lui Attilio Lombardo, che da poco aveva ricevuto l’incarico di ct dell’Under 20 Azzurra. Anche Massimo Battara dovrebbe diventare il preparatore dei portieri dell’Arabia Saudita, mentre l’ex portiere blucerchiato Giulio Nuciari sarà osservatore (ruolo da poco affidatogli anche in Italia) insieme a Sandreani.
A completare lo staff Gagliardi come tattico, Scanavini e Donatelli come preparatori atletici e Agostino come massaggiatore. Ancora in dubbio la migrazione di Lele Oriali, team manager dell’Italia.
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Si tratta davvero di un trasferimento di massa, che svuota e rivoluziona quello che è stato lo staff tecnico della Nazionale italiana di calcio dal 2018. Prossima tappa a Riad, dove Mancini dovrebbe firmare un contratto di 30 milioni di euro all’anno per 3 anni. Nei prossimi giorni è previsto un incontro a Roma tra la famiglia reale saudita e tutti i membri dello staff che il Mancio vorrebbe ancora con sé.
Sarà l’occasione per incontrarsi, fare il punto della situazione, definire gli obiettivi e, infine, firmare i contratti. L’esordio dell’Arabia Saudita a marchio Italia dovrebbe essere l’8 settembre prossimo, in un’amichevole contro la Costa Rica a Newcastle. Città il cui club calcistico è posseduto proprio dal PIF, fondo sovrano dell’Arabia Saudita.