Manolo Portanova, ex giocatore del Genoa condannato per violenza sessuale di gruppo, ha vinto in appello contro la Giustizia Sportiva: il suo tesseramento con la Reggiana è legittimo
Nonostante la condanna a 6 anni in primo grado per violenza sessuale di gruppo, Manolo Portanova può giocare per la Reggiana. Il suo trasferimento agli emiliani, avvenuto quest’estate, è legittimo. Secondo quanto riportato da Tuttomercatoweb, l’ex Genoa ha vinto l’appello contro la Giustizia Sportiva in merito al suo tesseramento con il club di Serie B.
Nonostante fosse già arrivato il via libera per Portanova e la legittimità del suo essere un calciatore della Reggiana, la Procura del CONI non aveva mai convalidato l’archiviazione delle carte del processo, rimasto di fatto aperto. Anche questa volta l’ex centrocampista del Genoa ha avuto ragione, grazie a un vizio di forma circa la possibile squalifica susseguente alla condanna a sei anni di reclusione in primo grado della Giustizia Ordinaria.
Ex Genoa, Manolo Portanova vince il terzo appello: può giocare con la Reggiana
Ex Genoa, Manolo Portanova: la Giustizia Sportiva perde ancora contro di lui
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Già dopo la prima sentenza del giudice, il direttore sportivo della Reggiana, Roberto Goretti, dichiarava:
Abbiamo depositato il contratto firmato (di Portanova, ndr) dopo aver atteso in accordo col Genoa il verdetto della giustizia sportiva. Si tratta di un contratto articolato che ci preserva da aspetti legati alla vicenda
In seguito, il 1° agosto, era arrivata anche la seconda sentenza favorevole al calciatore. Ora la terza. In pratica, la sentenza di condanna per violenza sessuale di gruppo, per fatti avvenuti a Siena nell’estate del 2021, non comporta che Portanova smetta di giocare o essere tesserato per un club professionistico. “La decisione del tribunale federale significa che non ha giurisdizione su un fatto che non riguarda la sfera sportiva. Il processo sportivo è finito e Manolo può andare tranquillamente in campo con la sua nuova squadra” aveva dichiarato il suo avvocato, Gabriele Bordoni, dopo che il classe 2000 aveva vinto il primo ricorso.