La Sampdoria di Radrizzani e Manfredi perde ancora. La luna di miele con i tifosi sembra essere finita. Sul mercato serviva un attaccante non Kasami
Due punti in classifica. Solo due. Sarebbero quattro se qualcuno prima di Radrizzani e Manfredi avesse rispettato le scadenze.
Due punti per Andrea Pirlo con una squadra costruita male. Dall’inizio alla fine. Costruita male da Andrea e Matteo e da chi hanno scelto, da . Tagliando tutto, ma non ancora abbastanza a quanto pare. Tagliando e comprando, si fa per dire, male. Anzi malissimo.
Tanti parametri zero, quasi tutti giocatori svincolati o arrivati in prestito o con qualche pagherò se e solo la Sampdoria dovesse riuscire in un miracolo su cui oggi non scommetterebbe più nessuno. Un miracolo su cui la proprietà, per onestà, non ha mai scommesso.
Una squadra su cui non è stato investito praticamente un euro. C’è un alibi. Non parlo di scuse. La composizione negoziata, l’omogolazione del tribunale, i creditori che si sarebbero opposti a una campagna acquisti di milioni e milioni di euro. Ma una punta? Un investimento di uno o due milioni non si poteva fare?
Sampdoria, Radrizzani e Manfredi perché “affidarsi” a Paratici per poi…
E poi perché affidarsi a Fabio Paratici, ai suoi consigli? Perché farlo solo in parte. E perché non andare fino in fondo? Perché Nicola Legrottaglie, perché il figlio di Roberto. La lista dei perché sarebbe ancora lunga…
Ma soprattutto perché arrivare a fine settembre non aver ancora una volta parlato pubblicamente, non aver ancora detto niente sul progetto Sampdoria. Le domande sarebbero tantissime. Le curiosità anche. Quanto hanno dovuto sganciare a Ferrero per toglierselo dai piedi? C’è chi dice che abbia ricevuto le sue mensilità pregresse, chi sostiene che l’affitto di Corte Lambruschini finisca ancora nelle sue tasche.
Insomma ce ne sarebbe da spiegare ricordandoci sempre quello che hanno fatto per noi. Questo nessuno se lo può e lo deve dimenticare. Ci mancherebbe. Ma ai fischi finali di uno stadio intero bisogna rispondere, metterci la faccia. E non può farlo solo Andrea Pirlo. Perché così si torna indietro. Esattamente a un anno fa. Quando la Sampdoria perdeva e a parlare si presentava solo Stankovic. E tutti gli altri?
Sampdoria, per favore non cominciamo con gli alibi…
Sampdoria, Radrizzani e Manfredi serve anche investire. Serviva un attaccante non Kasami
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No, vi prego, gli alibi no. Quelli proprio non li accetto. Le scorie di un anno fa? Una squadra di giovani? Ma per favore: sette undicesimi è fatta da giocatori fatti e probabilmente finiti. Qualcuno già con esperienza di club ma anche di Nazionale. Non scherziamo. I giovani ci sono, sono tanti ma non giocano.
E poi diciamola tutta. Ma dove trova Murru o Verre (per fare due nomi a caso) una tifoseria che non lo fischia praticamente mai. Che mai li manda a fanculo. Ma dove trovano certi giocatori una Gradinata Sud che canta e incita per 100 minuti consecutivi i propri beniamini belli o brutti che siano? Ma non esiste in Italia probabilmente un Paradiso come quello di Genova. Non esiste che da tre stagioni si continui a cantare mandando giù bocconi avvelenati. E ora ci vogliono far credere che la colpa sia l’ambiente?
Le scorie sono nelle testa di chi non riesce ad ammettere che fin qui è stato tutto sbagliato. Sbagliato svendere e regalare senza rimpiazzare adeguatamente. Non è possibile che il Cittadella di Pittarello e Amatucci (ma chi sono?) venga a Genova, al Luigi Ferraris, davanti a ventimila tifosi (la grandezza di Cittadella) a dominare, a comandare il gioco. A divertirsi. Non è accettabile.
È vero il calcio non si gioca con le figurine. E a quanto pare noi siamo solo figurine. Ma non posso ancora credere che il Cittadella sia più forte di questa Sampdoria. Non lo posso assolutamente credere. E vale anche per il Pisa o per il Venezia visti a Marassi.
Poi certo la classifica dice altro. E allora forse conviene fare delle riflessioni. E farle in fretta. Ora Andrea Pirlo rischia già. Parma e Como per salvare il posto. È sempre così. Ma se ha una colpa oggi Pirlo è quella di aver accettato un mercato così…