In Serie A non si placa la polemica sulla ripresa dell’attività agonistica. Dall’ISS arrivano pareri contrari, ma la Figc non si arrende
Continua la polemica nel calcio italiano sulla questione “ripresa della Serie A”. Mentre la Figc spinge per la ripresa, Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive all’Istituto Superiore di Sanità dichiara: “«Il calcio è uno sport di contatto quindi comporta dei rischi di trasmissione. Se dovessi dare un parere tecnico non sarei favorevole. La mia è un’opinione personale,ma credo che il Comitato tecnico-scientifico condivida questa posizione”.
Dichiarazioni sposate dal presidente del Torino Urbano Cairo: “Se ne prenda atto che la ripresa è impossibile”. Di contro, invece, il portavoce della Lazio Diaconale, da sempre favorevole alla ripresa: “Gli scienziati non facciano i tifosi e si occupino dei vaccini”. Sembra optare per la ripresa anche la Sampdoria, con Ranieri che ieri ha dichiarato: “Ferrero non ha mai detto di non voler giocare”.
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La Figc, che domani avrà un vertice con la commissione medica, non indietreggia e continua a paventare l’ipotesi di riprendere gli allenamenti a partire dal 4 maggio. Per la ripresa dell’attività agonistica, invece, il problema si affronterà più tardi, in quanto il tentativo di salvare la stagione non sembra legato alle date del 31 maggio o del 7 giugno.
L’idea della federazione è quella di procedere alla sanificazione di tutti i centri sportivi ed effettuare tamponi, quando saranno disponibili anche per i comuni cittadini. Per quanto riguarda le sessioni di allenamento si parla di sessioni individuali, ritiri nei centri per le squadre e spogliatoi da regolarizzare, impedendo di fare la doccia agli atleti.