L’emergenza Coronavirus obbligherà le squadre di Serie A a cambiare diverse cose, a cominciare dal ritiro blindato
La ripartenza della Serie A dopo l’emergenza Coronavirus cambierà diverse cose nel mondo del calcio. Si prospetta una ripresa con ritiri blindati e misure sanitarie molto stringenti.
Partendo dal ritiro, le squadre di Serie A dovranno essere isolate per oltre due mesi, come affermato anche dall’ex medico della nazionale Castellacci: “Si richiedono venti cittadelle a parte, vere e proprie fortezze antivirus. Non tutte le squadre possono ospitare 40-50 persone, pertanto se qualche albergo accoglierà le squadre dovrà lasciare che siano i dipendenti del club a gestire la struttura”. Ogni luogo del ritiro dovrà essere, prima, sanificato quotidianamente.
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Prima dei ritiri ogni componente del gruppo dovrà essere sottoposto a tamponi e test accurati per creare gruppi negativizzati. Ciò può creare dei problemi, in quanto la Serie A può effettuare tamponi anche a chi non ha sintomi, cosa che ai comuni cittadini non è concessa.
Ci sono poi i test più approfonditi, come lo spirogramma, ecg sottosforzo, tac polmonare per chi ha contratto il Covid. Se anche un solo calciatore dovesse esser trovato positivo si fermerebbe l’intera preparazione della squadra e verrebbero fatti nuovi tamponi a tutti.
Il calcio è uno sport di contatto. Esclusa, pertanto l’ipotesi assurda del medico belga Marc van Ranst di giocare con le mascherine. Si adotteranno misure di cautela nella prima settimana dei ritiri, con la distanza di due metri anche negli allenamenti. Dalla seconda e dalla terza settimana si procederà con le partitelle, gli unici momenti dove ci saranno contatti. Anche nelle partite saranno contenuti gli abbracci dopo i goal e vietati gli scambi di borracce.