Dejan Stankovic elogia l’organizzazione societaria al Ferencvaros: il termine di paragone è la Sampdoria nel periodo del rischio fallimento?
Dopo la stagione complicatissima alla Sampdoria, culminata poi con la retrocessione, Dejan Stankovic sta vivendo una nuova vita al Ferencvaros. Il tecnico serbo è da quest’estate l’allenatore del club più titolato di Ungheria, con il quale è in ballo nel campionato, nella Magyar Kupa (coppa nazionale) e in Conference League, nel Gruppo F con la Fiorentina. Proprio con i Viola si giocherà, tra pochi giorni, il primo posto del girone, mentre ha perso domenica lo scontro diretto al vertice della Serie A ungherese contro il Paksi, ma resta secondo a -4.
Situazione diametralmente opposta a quello che ha dovuto vivere alla Sampdoria. Ne ha parlato in un’intervista al Corriere dello Sport, in cui ha tratteggiato un elogio anche dell’organizzazione societaria del Ferencvaros, nonché della personalità del presidente Gabor Kubatov. Elogi che qualcuno ha interpretato anche come un messaggio implicito al modello che ha dovuto affrontare a Genova, erede di una situazione molto complicata dall’ex presidente e maggior azionista Massimo Ferrero:
Al Ferencvaros ho trovato una società con una storia pesante alle spalle: qui non si scherza. Sono felice di lavorare qui, in un club organizzato con un presidente splendido. Non ho paura di accettare qualsiasi sfida, se arriverà la chiamata della Serie A dovrò farmi trovare pronto
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Il termine di paragone, quindi, non è sicuramente a favore della Sampdoria. Dove Stankovic ha dovuto affrontare una situazione molto complicata, da cui lui ha sempre detto di aver tratto molti insegnamenti. Che ora si porta dietro anche all’interno di una società dalle ambizioni diverse. Quella blucerchiata è stata una sfida impossibile che ha affrontato senza timore, a testa alta, fino in fondo.
Ecco perché il serbo, papà dell’attuale portiere della Sampdoria Filip, non è spaventato da nessun tipo di nuova avventura. Nemmeno da un ritorno in Italia. E proprio nell’intervista al Corriere dello Sport ha confermato che potrebbe accettare anche una chiamata dalla Serie A, cercando di farsi trovare pronto. Come si era fatto trovare pronto a Genova, dove la situazione, ereditata da Ferrero e portata avanti con difficoltà dal Cda in carica fino a quest’estate, era tesa e sembrava a un passo dal precipitare.