Nino Vialli, fratello di Luca, ha ricordato gli ultimi momenti della bandiera della Sampdoria, scomparsa il 5 gennaio 2023 a Londra
A un anno dalla scomparsa di Gianluca Vialli del 5 gennaio ricorrono gli omaggi e le cerimonie per ricordare la grande, grandissima bandiera della Sampdoria. E non solo. Un grande uomo, scomparso presto e che ha lasciato un vuoto incolmabile nei tifosi e nei familiari. Come Nino Vialli, intervistato, per l’occasione, dal Corriere della Sera.
Il fratello maggiore di Luca ha ricordato gli ultimi momenti di Vialli, dai messaggi alla vicinanza nei giorni finali della malattia:
Ci sentivamo per telefono. Spesso, dopo che ha scoperto la malattia, non mi rispondeva, a volte neanche ai messaggi, io credo per l’imbarazzo che gli chiedessi “Come stai?”. Si faceva sentire quando stava proprio bene, sennò si negava un pochino.
Poi, intorno a Natale, la notizia che a Vialli non sarebbe rimasto molto. In quei giorni Nino e la moglie Nadia sono stati a Londra, sempre al fianco di Luca, per riscoprire, anche, il rapporto tra fratelli:
Mia moglie Nadia e io siamo stati ininterrottamente a Londra in quei giorni e ho avuto la soddisfazione di riscoprire un rapporto che comunque c’era. Un rapporto da fratello maggiore. Era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere di soffrire, di lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo.
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Tutti i familiari gli sono stati vicino fino alla fine. Luca era rincuorato dal fatto di avere i suoi affetti più vicino, anche se, verso la fine, le forze erano sempre meno. Fino alla fine, il 5 gennaio. Il giorno in cui il mondo ha perso un uomo, prima ancora che un campione, immenso:
Era fatto alla sua maniera. Quando siamo arrivati in stanza, ci ha detto: “Non preoccupatevi: se voglio qualcosa, ve la chiedo”. Il 27-28 dicembre ci ha rincuorato: “Siete i compagni ideali, siete qui, io so che ci siete”. Penso che la sofferenza fosse troppa. Si appisolava sempre più frequentemente, si svegliava poco e noi abbiamo solo potuto stagli vicino. Eravamo tutti lì quando è spirato.
I ricordi, poi, lasciano spazio anche ai consigli. Nino Vialli racconta di quando Luca gli disse dell’Inghilterra, del Chelsea, ma anche della Nazionale. Un modo per farlo stare bene:
Gli faceva bene stare nel giro. Lui non voleva fare l’allenatore per non rubare tempo alla famiglia. Era un ruolo che gli si confaceva, gli impegni della Nazionale sono diradati nel tempo e poi non era in prima linea. Si poneva il problema di non scavalcare Mancini, ma Mancini non si vergognava di chiedergli consigli. Anche perché quando erano alla Samp, Luca era il capopopolo.