Gianluca Pagliuca, amico e compagno alla Sampdoria di Vialli, ha raccontato l’ultimo incontro con Luca, l’utimo indimenticabile abbraccio
Gianluca Pagliuca e Gianluca Vialli. Compagni di squadra, amici per sempre, fratelli. Il portiere di quella magica Sampdoria, a un anno esatto dalla scomparsa di Luca, lo ha ricordato con una lunga intervista. Parole toccanti per un uomo gigante, scomparso troppo presto dopo una lunga malattia.
Ho perso un amico straordinario, un compagno di squadra stupendo, con cui ho trascorso sei anni meravigliosi. Il suo ricordo sarà sempre dentro di me, indelebile. A gennaio, perché c’è la ricorrenza, perché ci pensi di più, ma tutto l’anno, perché un’immagine di Luca, una sua parola, una sua battuta, una sua risata può venirti in mente in ogni momento. Conoscerlo, frequentarlo, è stato un privilegio, una fortuna. Sarà sempre un esempio, un modello da seguire. Per me. Per tutti noi
Comincia così l’intervista a l’edizione genovese de La Repubblica. Pagliuca, poi, passa subito a spiegare in cosa la sua Sampdoria, quella Sampdoria è stata diversa. Un gruppo di amici, prima ancora che di compagni di squadra:
Noi eravamo anche diversi, unici e lo ho capito meglio con il passare del tempo. Noi abbiamo una chat, è sempre stata attiva, ora, dopo la morte di Luca, ancora di più. Non è una cosa rara, sa in quanti ce l’hanno? In questa della Sampdoria dello scudetto c’erano sempre proposte, appuntamenti, iniziative. Non ci bastava comunicare, bisognava incontrarsi. Come se ci fosse una Bogliasco tutti i giorni.
Sampdoria, Gianluca Pagliuca: il primo e l’ultimo incontro con Vialli
Sampdoria, Pagliuca: non scorderò mai l’ultimo abbraccio di Luca Vialli
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Vialli era un vulcano di idee, continua Pagliuca. Un leader vero che aveva un approccio diretto, testimoniato da due aneddoti raccontati dall’ex portiere. Il primo e l’ultimo incontro, quello che Gianluca non scorderà mai:
Estate ‘86, ritiro al Ciocco. Ci conosciamo, si mette subito a scherzare. Poi m dice: sai che sei un grande portiere? L’ultimo, incontro, invece il 27 novembre, a Genova, alla presentazione del film “La bella stagione”, il giorno del compleanno del Mancio, l’ultima volta, per molti di noi, che abbiamo visto vivo Luca Stava male, si vedeva. Sono andato ad abbracciarlo, sempre la storia dell’omone, io grande e grosso, e lui, così magro, che mi dice: “Non stringere troppo, stai attento a non schiacciarmi”. Mi ha fatto tenerezza. Lo dico e mi viene la pelle d’oca. Mai scorderò quell’abbraccio.
Affiorano i ricordi. Gli scherzi alla Sampdoria, come quello dello stuzzicadenti a Briegel “Sento urla in tedesco, di trasforma, pare Hulk”. E poi il ricordo finale. Con “La Bella Stagione” ultimo regalo di Luca:
La sorte gli è stata amica, gli ha permesso di finire il libro e il film sulla “Bella Stagione”. Ci teneva tanto, ha lottato, ha resistito. E’ stato il suo ultimo regalo a tutti noi, un inno all’amicizia, una sorta di testamento morale. Far capire, attraverso la nostra storia, come si deve vivere.