In casa Sampdoria, secondo la nostra Nemesi non funziona nulla. Dalla società al campo troppe difficoltà. Per fortuna ci sono i tifosi…
Non funziona nulla! Dopo una serie di buone prestazioni e risultati sorprendenti la Sampdoria è tornata ad avere i problemi di inizio anno. Attenuanti, per questa squadra, ce ne sono diverse: dall’atteggiamento degli arbitri, ma qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, passando per alcune scelte non sempre condivisibili di Andrea Pirlo, alle troppe e importantissime assenze che hanno condizionato, e non poco, le ultime partite dei blucerchiati.
Ma anche su questo argomento si potrebbe scrivere un libro. È evidente che la differenza nel ciclo “d’oro” della Sampdoria dei mesi scorsi è innegabilmente merito di alcuni giocatori, fondamentali in campo ma anche all’interno dello spogliatoio.
Il carisma e la grinta di Esposito, l’intelligenza (fallo dell’espulsione a parte) di Kasami, l’esperienza e la personalità di Borini, la grinta e la forza fisica di un ritrovato e preziosissimo Vieira, capitano duttile e davvero prezioso.
Spesso però la sfortuna non viaggia da sola, anzi, quasi sempre viene accompagnata da sufficienza, incompetenza e altri fattori che ne determinano l’efficacia. In poche parole… non sarà un caso se alla Sampdoria i problemi muscolari sono all’ordine del giorno; il caso Pedrola, con il Barcellona imbestialito per la gestione dell’infortunio del giovane e promettente gioiello, ne è la prova.
Il problema di Ronaldo Vieira che si è fatto male in una gara che non avrebbe dovuto disputare è un’altro esempio di negligenza di un reparto medico che non sta di certo facendo miracoli… anzi. Non parliamo poi di un paio di giocatori senza stimoli che continuano a indebolire ulteriormente, come se ce ne fosse anche bisogno, una squadra spuntata ai minimi storici. Valerio Verre e Matteo Ricci, ad esempio, scendono ogni volta in campo lasciando praticamente i compagni in inferiorità numerica.
Ma si sa che il campo quasi sempre rispecchia una sinergia societaria che se viene a mancare diventa davvero deleteria.
La Sampdoria interessa solo ai suoi super tifosi…
Sampdoria, non funziona nulla o mi sbaglio?
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Alla Sampdoria si capisce poco e nessuno si fa avanti per capirne il motivo. Manfredi e Radrizzani, la coppia che ha acquistato con abilità la società, sfilandola con grandi capacità a Massimo Ferrero, non è più una coppia. Il primo non parla e il secondo si è volatilizzato dopo le sgambate in bicicletta nel ritiro estivo e qualche brevissima dichiarazione al limite dell’ufficialità.
Non c’è chiarezza di intenti e neppure un’organizzazione degna di tale nome. Non c’è un Direttore Generale e neppure un Direttore Sportivo (Andrea Mancini ha un cognome che dà garanzie e probabilmente diventerà un grande dirigente ma per ora resta un emergente lasciato solo e senza portafoglio). Insomma, la Sampdoria è scarna di personalità e di “gente di calcio” anche tra le poltrone della nuova sede.
Ci si può illudere, soprattutto quando le cose sul campo vanno bene, e questo non è attualmente il nostro caso, ma la verità è che la Sampdoria è stata salvata ma solo momentaneamente.
I soldi per una gestione tranquilla ci sono o no? Andrea Radrizzani che fine ha fatto? Tutti gli investitori attratti dal brand Sampdoria dove sono finiti e perché si cercano con insistenza? Niente programmi dichiarati, niente obiettivi, niente closing, niente nuovo presidente… ventilato ma mai annunciato.
Insomma, è brutto ammetterlo ma una gestione pensata e organizzata nella giusta maniera ha pochi degli ingredienti che vediamo oggi nella società blucerchiata.
Unica nota positiva di tutto questo periodo è l’attaccamento di una tifoseria encomiabile che ha dimostrato un amore senza condizioni. Anche questo però potrebbe avere un risvolto negativo sull’ambiente.
Lo abbiamo appurato con la tolleranza forzata nei confronti di Ferrero per diversi anni; a volte un sentimento molto forte condiziona poi la razionalità. Fino ad oggi ci sono troppe cose che non vanno e il rischio concreto è che poi sia davvero troppo tardi.
Chi doveva vigilare non l’ha fatto e resta tutt’ora il principale colpevole dello sfacelo degli ultimi nove anni, Edoardo Garrone che non ha neppure saputo rimediare all’errore, chiamiamolo così, commesso nel 2014. La Sampdoria sembra davvero sola, restano i tifosi, l’unico vero patrimonio di questa realtà. Alla fine la Sampdoria interessa solo a loro.