Borini e la sua famiglia si sono sentiti subito parte della Sampdoria e l’attaccante ora accetta di essere la guida per tentare la scalata alla Serie A nel finale di stagione
Fabio Borini 10 anni fa segnava e illudeva il Sunderland di poter vincere la Coppa di Lega (EFL Cup, oggi Carabao Cup) in Inghilterra contro il Manchester City. Oggi è alla Sampdoria e scalpita per tornare a dare una mano ai suoi compagni a provare fino in fondo ad arrivare in Serie A, obiettivo che ora appare lontano. L’attaccante è uno che ama prendersi le responsabilità, che sopporta i pesi sulle spalle.
Nel marzo 2014 aveva portato in vantaggio i biancorossi nella finale di Coppa di Lega, con una rete che ancora oggi il club del North East ricorda e celebra. Mentre ora è il rigorista della Sampdoria (in sua assenza ha segnato Manuel De Luca), calcia e segna goal pesanti, trascina i compagni. E la sua assenza in campo durante l’assenza per infortunio si è sentita.
Sunderland e Sampdoria, per Borini, sono accomunate anche dalla sintonia che si è creata velocemente per il calciatore e per la sua famiglia con l’ambiente e il club. A raccontarlo è l’attaccante stesso, intervistato dai canali ufficiali del club inglese proprio per commemorare la finale coi biancorossi:
Molto bene. Forse è questione di maturità, ma io e la mia famiglia non abbiamo mai impiegato così poco tempo per essere in sintonia con un club. Il calcio è bello.
Sampdoria, Borini: “Classifica che non vorremmo, Serie A? Contano su di me”
Sampdoria, Fabio Borini dal Sunderland alla voglia di Serie A: so prendermi le responsabilità…
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Ora Sunderland e Sampdoria sono entrambe nelle rispettive seconde divisioni, Championship e Serie B. E, come in Inghilterra Borini si è fatto trascinatore nella cavalcata in Coppa di Lega 10 anni fa, così a Genova non ha paura di essere figura di riferimento dei compagni per il sogno Serie A:
La posizione della squadra in campionato non è quella che vorremmo, so che contano su di me per poter tornare in Serie A. Mi piace la responsabilità e quel peso sulle mie spalle, perché so di potercela fare. È tutto positivo