Manuel De Luca è rinato: l’attaccante della Sampdoria si è ripreso dopo un anno difficile in cui gli avevano preventivato una seconda operazione al ginocchio
L’anno passato è stato il più difficile della carriera di Manuel De Luca, che avrebbe dovuto essere uno dei punti di forza della Sampdoria e si è ritrovato, invece, fuori per tutta la stagione a causa dell’operazione al ginocchio del settembre 2022. Un anno duro, cupo, che il numero 9 blucerchiato si è lasciato alle spalle con fatica e lavoro.
E ora stanno arrivando i goal, già sei in campionato, con l’obiettivo – magari – della doppia cifra. Si è sbloccato anche al Luigi Ferraris con una rete pesantissima:
Quanto pesa? Tanto, per me e per la squadra. Sono riuscito a sbloccarmi anche mentalmente a Marassi, dietro c’è un lungo lavoro.
Sampdoria, Manuel De Luca: grazie a Mihajlovic e Pirlo
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Le difficoltà personali hanno reso più forte De Luca, come racconta a La Gazzetta dello Sport. Ha pensato a tante cose il numero 9 nell’anno passato fuori dal campo, ma ci tiene a ringraziare due persone in particolare:
Ho ripensato alla mia carriera, all’amore per questo sport che mi è mancato da impazzire. Perciò voglio ringraziare due persone che mi sono state vicine, non pensavo di uscirne: il mio neuroathletictrainer Michele Cicia e il mio fisiatra Luca Terzi.
Va avanti De Luca, citando tre “padri calcistici”. Da Sinisa Mihajlovic, che lo ha fatto esordire con la maglia del Torino in Coppa Italia con la Juventus, a Marco Giampaolo, per poi chiudere con Andrea Pirlo:
Sinisa è stato il mio primo allenatore fra i professionisti, mi ha fatto capire cosa significasse avere il sangue agli occhi. Giampaolo mi ha voluto fortemente: dovevo andare al Pisa, ma lui e Quagliarella mi avevano detto di restare. Mi spiace non averli aiutati. Pirlo? Averlo qui è un grande onore. Mi dà tanta fiducia, anche nei momenti delicato.
De Luca aveva un credito con la sorte. Credit che vuole ripagare sul campo. Per la Sampdoria:
Sì. Quest’anno mi avevano detto che mi sarei dovuto rioperare, Terzi mi ha ribadito che dovevo solo andare in campo e ritrovare la gioia di giocare al calcio. E così è successo.