Non è arrivato l’accordo tombale tra Manfredi e Ferrero, l’udienza per chiudere la partita in Tribunale della Sampdoria rinviata al 28 maggio
Accordo tombale? Ancora no. Matteo Manfredi e la nuova proprietà blucerchiata ancora non hanno chiuso i contenziosi con Massimo Ferrero, nonostante sembrava che l’udienza del 10 aprile, davanti al giudice Daniela Marconi del Tribunale di Milano, potesse finalmente decretare la fine della vicenda.
Il nuovo presidente della Sampdoria, comparso in aula accompagnato da Francesco De Gennaro e gli avvocati dello studio Dla Piper, e il suo predecessore non hanno ancora posto le firme sull’accordo che doveva far cessare ogni rivendicazione di Ferrero sulle trattative che hanno portato la società a passare all’attuale proprietà. E, dall’altro lato, a rimuovere le pendenze in Tribunale a Roma per risarcimento danni a carico dell’ex patron blucerchiato.
Le firme sull’accordo sarebbero saltate per via della vecchia proprietà che avrebbe opposto ancora resistenza, non convinta sulla tempistica del pagamento a rate che dovrebbe ricevere. Alla fine non si sono rivelate parole al vento quelle che Ferrero ha pronunciato nelle scorse ore:
Se mi vuoi pagare a rate, devo avere una tutela per il caso in cui non mi paghi una rata. Prima mi paghi e poi levo tutto, io non vedo l’ora. Ma l’accordo non c’è, per ora non si farà niente.
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Tutto rimandato al 28 maggio, giorno in cui ci sarebbe stata comunque l’udienza secondo il calendario originariamente fissato dal giudice. Che, però, dopo tutto il lavoro fatto in precedenza, ha preso atto delle mancate firme con disappunto, proprio quando si era giunti a un passo da un accordo senza verdetto. A questo punto, però, è saltato il sequestro cautelare delle azioni in mano a Manfredi, richiesto da Gianluca Vidal (oggi in tribunale in rappresentanza di Ferrero con l’avvocato Pieremilio Sammarco) con il suo ricorso.
Quindi le azioni continueranno a rimanere normalmente a Blucerchiati Spa. Fatto importante perché avrebbe potuto complicare i playoff di Serie B, che, come riporta Telenord, costituiscono una specie di extra budget. Mentre il 21% del pacchetto è ancora in mano a Ferrero. Che potrebbe aver avanzato ulteriori richieste a causa del suo interessamento a rilevare il marchio della fallita Reggina.
Dall’attuale proprietà della Sampdoria filtra comunque serenità. E il ritiro del sequestro cautelare delle azioni è un segnale incoraggiante anche in questo senso. Ora si è bypassata la possibilità di un sequestro cautelare delle azioni, non quella di ottenere un accordo fra le parti.
Ma per raggiungerlo senza un udienza di merito, Manfredi e Ferrero dovranno farlo tassativamente entro il prossimo 28 maggio. Altrimenti sarà il giudice a farlo, nel giorno in cui, si spera, la Sampdoria conoscerà davvero la parola fine a questa vicenda.