Prima volta da capitano per Gerard Yepes durante Lecco-Sampdoria: per il classe 2002 cresciuto in blucerchiato è un grande orgoglio
Gerard Yepes è tra gli insostituibili di Andrea Pirlo di questo campionato. Dopo qualche partita tra campo e panchina, il tecnico della Sampdoria non lo ha più tolto dal campo. E, anche a Lecco, è rimasto fino alla fine, arrivando anche a indossare, per la prima volta, la fascia da capitano dopo l’uscita dal campo di Nicola Murru.
Un orgoglio per lui che è qua da sei anni. Ha fatto la trafila nelle giovanili e ha vissuto uno dei momenti più difficili della storia della società:
La fascia? È l’orgoglio più grande in questo momento. Sono qua da sei anni, ho vissuto la peggior parte della società da dento. So quanto sia stato difficile per noi e soprattutto per i tifosi. Viverla come tifoso è stato doppiamente difficile. La fascia per la prima volta con tanti tifosi allo stadio è un orgoglio. Ora manca solo il goal sotto La Sud.
Ai canali ufficiali della Sampdoria Yepes ha analizzato anche l’andamento di una partita molto complicata, soprattutto nel primo tempo. Poi l’espulsione di Lepore e il cambio tattico di Pirlo hanno aiutato i blucerchiati a portare a casa tre punti fondamentali:
È stata una partita difficile fin dall’inizio. Il primo tempo è strato tosto come condizioni meteo e di campo. Abbiamo intrerpretato meglio il secondo tempo, poi i cambi hanno cambiato la partita. E anche il cambio tattico del mistrer è stato intelligente e ci ha aiutato a segnare.
Sampdoria, Gerard Yepes: ora due finali
Lecco-Sampdoria, Gerard Yepes: la fascia un orgoglio. Ora due finali
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Qual è il segreto dietro questa Sampdoria? L’unità del gruppo secondo Yepes. I blucerchiati sono passati da tante difficoltà, da tante assenze, ma ne sono usciti sempre più forti, compattandosi come una famiglia e trovando nella coesione con lo staff un plus importante:
Tutti i giocatori sono importanti. Abbiamo vissuto una stagione dove un giorno mancava uno, un giorno mancava un altro. Siamo rimasti aggrappati ai playoff perché siamo diventati una famiglia, un gruppo molto unito. Lavoriamo bene, siamo legati allo staff. E’ il nostro punto di forza.
Ora due partite, due finali. Una sarà in casa contro la Reggiana, con cui ottenere i tre punti per arrivare a Catanzaro con più tranquillità. Anche grazie al supporto costante dei tifosi:
Tifosi? L’ultima in casa dovrà essere l’inferno per gli altri. Speriamo di essere più tranquilli nell’ultima, ma anche quella può essere la finale delle finali. Noi stiamo affrontando le partite come fossero finali e come se giocassimo la vita in ogni partita che giochiamo.