La Sampdoria a Lecco doveva vincere e ha vinto. Ma giocando così si può arrivare in Serie A? Ora vogliamo Zangrillo ospite fisso in tribuna…
Sudtirol persa male, Spezia pareggiata per grazia ricevuta. Poi Como con un altro pareggio. Ora Lecco: partita vinta con goal decisivo arrivato nel finale, in undici contro dieci. Quattro partite giocate, cinque punti presi. Punti pesantissimi. Punti che ci fanno sognare. Ma anche punti che forse non ci saremmo meritati. Non tutti, almeno. Ma questo è il calcio…
Non che mi faccia schifo, sia chiaro. Ma la mia osservazione mi sembra che raggiunga un largo consenso tra i tifosi della Sampdoria. Tifosi felici di essere lì, ora al settimo posto. Ma forse avrebbero preferito arrivarci con un gioco, con un’idea di quel calcio che Andrea Pirlo praticava da giocatore.
Questo non c’è. Non c’è ancora. C’è stato in alcune partite, ma mai con continuità. Ci sono gli episodi a fare la differenza. Le giocate dei singoli. Di singoli campioni. Perché lo ripeto: la Sampdoria di oggi ha tanti piccoli, grandi campioni. Campioni che le altre non hanno in squadra. E questo dovrebbe già farci sperare di poter arrivare in fondo.
Ma una squadra di calcio non è un album di figurine. Ci vuole un qualcosa non solo per tenerle lì, appiccicate al terreno di gioco, con il sorriso. Ci vuole altro. E quell’altro da un po’ fatica davvero ad arrivare.
Sembriamo stanchi, in riserva di energie (non mentali per fortuna). Tutte partono più forte di noi. Tutte le squadre sembrano correre più veloci, il doppio di noi. E saper giocare al pallone anche meglio di noi. Tutte sono più pericolose ma per mancanza di mira o per San Filip Stankovic poi sbagliano, non riescono a farci male.
Non credo di essere il solo a vederla così. Ripeto. Parlando, ascoltando gli altri. E leggendo tanto. Perché leggere aiuta a capire. E così mi sono reso conto che non vivo sulla Luna. E presto nemmeno su Marte.
Ma finché si vince perché farsi certe domande? Preoccuparsi così tanto? Ve lo spiego…
Perché la Sampdoria non invita il presidente Zangrillo in tribuna anche con la Reggiana?
Sampdoria, dovevamo vincere e abbiamo vinto. Ma giocando così si può arrivare in Serie A? Ora vogliamo Zangrillo ospite fisso in tribuna
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Vi spiego cosa vorrei. Vorrei che la Sampdoria con la Reggiana di Alessandro Nesta e il Catanzaro di Vincenzo Vivarini cominciasse a giocare, a dominare l’avversario. Si esattamente. Dominare. Perché ai playoff non si può più giocare con il fuoco. La fortuna oggi c’è e domani chissà, magari ti ha voltato le spalle. Meglio non rischiare e camminare sempre con le proprie gambe.
Andrea Pirlo non si sente il favorito. E come potrebbe oggi? Certo Estanis Pedrola è un’arma in più, pericolosissima per chi non ce l’ha. E il nostro Cigno biondo appena tocca un pallone lo butta sempre dentro. Garanzie. Ma possono bastare? Kasami da qualche domenica non è più Braccio di Ferro e pure il piccolo Gerrard fatica a dettare i tempi. Per fortuna a Lecco si è rivisto Benedetti. Quello che col Como è sembrato ancora in fase di rodaggio. La cosa che mi fa ben sperare, al di là del gioco, sono i ritorni in massa di Depaoli, Borini ed Esposito. E presto pure quello di Vieira. Insomma ci stiamo armando per ogni evenienza. Per ogni tipo di avversario che da qui, si spera alla finale di ritorno, dovremo affrontare!
Che sorpresa vedere il presidente del Genoa, Alberto Zangrillo al Rigamonti-Ceppi di Lecco. E chi l’avrebbe mai detto. Nostalgia della Serie B? Battute a parte. Persona squisita. Il professore ci ha raccontato di avere una casa da quelle parti, vicino al lago come Alessandro Manzoni. E in un primo maggio piovoso perché non venire a vedere la Sampdoria con il proprio figlio? Bravo, anzi bravi. Fossi la società con sede a Bogliasco, visto il risultato finale, lo inviterei in tribuna anche con la Reggiana. E se vincessimo ancora: trasferta pagata anche a Catanzaro. Fino al nostro ritorno in Serie A. Perché è quello che vogliamo. Ed è quello che dobbiamo meritarci sul campo. Punto e a capo.