Il Luigi Ferraris gremito saluta Eriksson: splendida coreografia dello stadio della Sampdoria, pasillo d’onore delle leggende blucerchiate al tecnico svedese
Un abbraccio lungo e caloroso. Come quello che si dà a un amico, un fratello, una persona cara che torna dopo tanto tempo e non si può essere più contenti di rivederlo. Solo che, questa volta, erano oltre 27mila persone ad avvolgere, con le voci e i battiti di mani, il ritorno di Sven-Goran Eriksson al Luigi Ferraris.
In uno stadio tutto blucerchiato (record stagionale per l’affluenza a Marassi) i sampdoriani hanno dato il bentornato al loro allenatore dell’ultima Coppa Italia, che si è seduto sulla panchina dal 1992 al 1997. E che oggi è ritornato sul campo del Ferraris con la sciarpa della Sampdoria sul collo. Accompagnato da Matteo Manfredi, il presidente del club, e da Roberto Mancini, il suo capitano degli anni a Genova, la nostra leggenda con la 10 sulle spalle.
E, a proposito di leggende, ad aspettarlo sul prato dello stadio, due file di suoi ex giocatori, da Clarence Seedorf a Marco Lanna, da Pierre Laigle a Chicco Evani, poi Attilio Lombardo, Ivano Bonetti e tanti altri, che hanno dedicato al loro allenatore alla Sampdoria il “pasillo” d’onore. E il Ferraris non è di certo rimasto a guardare.
Sampdoria, l’indimenticabile abbraccio del Ferraris a Eriksson
Sampdoria, il ritorno al Ferraris di Eriksson: coreografia e saluto da brividi. Il racconto
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La Sud ha preparato una coreografia con due grandi drappi blucerchiati nella parte bassa e uno striscione in alto, che recitava: “Anche in questa battaglia ti sosterremo…bentornato a Genova mister Eriksson“. Nel mentre, cori che invocavano il nome dell’allenatore svedese, malato di un tumore incurabile, che ha fatto ritorno al Ferraris in occasione della partita delicatissima contro la Reggiana.
Sampdoria, il ritorno al Ferraris di Eriksson: coreografia e saluto da brividi. Il racconto
La Nord blucerchiata ha replicato la coreografia della Sud: parte bassa ricoperta da un drappo blucerchiato e striscione sopra, che ricordava la data della quarta e ultima Coppa Italia vinta dalla Sampdoria, unico indimenticabile trofeo vinto con Eriksson in panchina. Quella che, per l’occasione, è stata prelevata dal museo del club e posta al centro del campo. Il tecnico svedese si è diretto lì, prendendola in mano, come in quelle immagini iconiche di 30 anni fa.
Dai distinti sventolava il mega striscione della “Federclubs”, mentre appena dietro il tunnel degli spogliatoi ecco una piccola scritta: “Tack Sven”. Un semplice grazie, in svedese.
Sampdoria, il ritorno al Ferraris di Eriksson: coreografia e saluto da brividi. Il racconto
Poi Eriksson si è concesso una passeggiata sotto La Sud, applaudendola. Foto di rito con tutti i suoi giocatori che sono venuti al Ferraris per rendergli omaggio, come tutti i tifosi. Poi si è diretto verso le panchine, sempre al fianco di Mancini e Manfredi. Coi quali ha poi guardato “Lettera da Amsterdam”, applaudendo di nuovo i sampdoriani e il loro amore incondizionato.
Qualche saluto ai tifosi che, a pochi passi in tribuna, lo hanno acclamato. Poi si è accomodato in tribuna, per godersi questa partita con l’atmosfera di festa, tensione e amore, commozione e gioia allo stesso tempo. Tutto per riabbracciare Sven, dargli il bentornato, e stargli accanto nella battaglia. Non importa se sul campo o fuori, oggi come allora i tifosi della Sampdoria sono sempre con lui.