Sven-Göran Eriksson ringrazia commosso la Sampdoria, i suoi tifosi e le leggende per il tributo fatto dal Ferraris nella partita contro la Reggiana
Cori, canti, applausi e commozione. Non poteva essere altrimenti. Non poteva essere diversa l’accoglienza del Luigi Ferraris a un allenatore leggendario come Sven-Göran Eriksson, un signore del calcio che ha allenato la Sampdoria dal 1992 al 1997, regalandole la Coppa Italia del 1994, l’ultimo trofeo della sua storia.
Al tributo dello stadio stracolmo di sampdoriani (Sampdoria, il ritorno al Ferraris di Eriksson: coreografia e saluto da brividi. Il racconto), ha risposto lo stesso allenatore svedese, in una video intervista pubblicata dai canali ufficiali del club:
Troppo bello oggi, bella partita, incredibile, stavo piangendo. Fantastico il pubblico e la società che mi ha invitato. La partita è stata divisa in due parti: nel primo tempo la Sampdoria ha giocato molto bene, creando occasioni e facendo un gran bel goal, nel secondo la sampdoria ha dimostrato molto carattere, erano in difficoltà però hanno lottato. E hanno vinto i tre punti
Eriksson non perde il piglio dell’allenatore, per prima cosa ha voluto commentare la partita, complimentandosi con la squadra di Andrea Pirlo. Però si è commosso alla vista di tutti questi tifosi che non lo hanno dimenticato, nonostante gli anni passati. Così come gli ha fatto molto piacere rivedere tanti dei suoi vecchi giocatori, che sono passati da Genova apposta per riabbracciarlo:
Troppo bello vedere queste persone che non incontravo da tanto tempo, li ringrazio. È un ricordo che mi rimarrà per il resto della vita, sicuramente
Sampdoria, Eriksson: “A Genova anni felici. Anche i più giovani cantavano il mio nome”
Sampdoria, Sven-Göran Eriksson: mi avete fatto piangere…
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Eriksson quasi sembra scusarsi per il fatto che la sua Sampdoria non abbia vinto molti trofei. Ma nonostante questo lui (e tutti i sampdoriani) hanno ottimi ricordi di quel periodo, di quei campioni che indossavano il blucerchiato, alcuni dei quali sono tornati per lui. La Genova sampdoriana è rimasta nel cuore del tecnico svedese:
Sono stati 5 anni molto felici, so che non abbiamo vinto molto, però spesso avevamo squadra molto forte che giocava un gran bel calcio, abbiamo vinto almeno la Coppa Italia, tanti bravi giocatori e lo stadio era sempre pieno. E poi la città, il mare, il pesce (ride). Sono stato molto bene
La cosa che già ha stupito Eriksson è stata che anche tantissimi giovani sampdoriani, che per ragioni anagrafiche non hanno visto la sua Sampdoria, abbiano cantato e gridato il suo nome. Segno sia della tradizione blucerchiata tramandata di padre in figlio, sia di quanto abbia lasciato il segno nella memoria di questa tifoseria:
I tifosi della Sampdoria di oggi sono una nuova generazione rispetto a quando ero io qui. Però cantavano il mio nome dopo trent’anni. È fantastico, non si può chiedere di più