Daniele Gastaldello, tra i possibili candidati a prendere il posto di Pirlo in panchina, ripercorre la sua esperienza da capitano della Sampdoria, che poi gli è servita da allenatore
Un’esperienza che ti segna dentro. Che ti fa maturare, che aiuta a crescere. Diventare capitano, per Daniele Gastaldello, è stato un passaggio fondamentale, che lo ha portato ad assumersi responsabilità, a dover dare l’esempio. Soprattutto se indossi la fascia di squadre come la Sampdoria, dove c’è una grande piazza, dove giochi e vivi con una maglia che pesa.
Ma l’ex difensore blucerchiato, a Genova dal 2007 al 2015, ha detto di aver imparato molto dall’esperienza triennale in cui, dopo l’addio di Angelo Palombo, è diventato il capitano della Sampdoria. Gli insegnamenti, ha dichiarato Daniele Gastaldello a Ilovecalciopadova, gli sono serviti molto soprattutto quando è diventato allenatore:
Nell’anno della Serie B andò via Palombo e diventai capitano della Sampdoria, fino al 2015 quando passai al Bologna. La fascia ti dà un’ulteriore responsabilità, un ulteriore peso sulle tue spalle che è quello dell’esempio da portare. Quando uno è capitano dev’essere il primo a dare l’esempio, è una cosa che ho sempre fatto, ho sempre cercato di imparare da quelli più vecchi di me e questa cosa mi ha aiutato anche adesso che sono passato dall’altra parte (in panchina, n.d.r.)
Gastaldello, prima capitano e poi allenatore? “La Sampdoria è la squadra più importante per me”
Sampdoria, Daniele Gastaldello: da capitano ho imparato tanto…
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In proposito di essere un allenatore, dopo l’esonero dal Brescia, Gastaldello è entrato tra i candidati per sostituire, in caso di addio, Andrea Pirlo proprio alla Sampdoria. Recentemente è tornato al Luigi Ferraris, in occasione della partita col Como, guardando da vicino la squadra blucerchiata e riabbracciando quei tifosi a cui è ancora rimasto nel cuore. E la cosa è reciproca:
La Sampdoria è stata la squadra più importante per me perché con quella maglia ho vissuto tutte le gioie principali di un calciatore. Sono passato da fare l’Europa a giocarmi la Champions, retrocedere in B, ritornare in Serie A, fare una finale di Coppa Italia… mi è mancato giocare per lo scudetto, per il resto con la Sampdoria abbiamo vissuto tutto. Sono stati 8 anni importanti, intensi, in una piazza molto bella per come si vive di calcio e per quello che trasmettono. Anche se ho passato dei momenti difficili, ho dei ricordi straordinari.
Nel corso della stessa intervista, Gastaldello è tornato anche sul suo addio. Sull’ardua scelta, dopo 8 anni di carriera con la stessa maglia, di rimanere in blucerchiato a vita o cercare nuovi stimoli. Ha deciso di provare l’esperienza al Bologna, ma l’affetto che lo lega alla Sampdoria, come si vede dalle sue parole, è ancora tanto. E chissà che non possa tornare a breve, in veste di allenatore, a sentire La Sud che intona il suo nome.