L’ex centrocampista dell’Inter Fredy Guarin si è messo a nudo in una lunga intervista raccontando d’essere alcolizzato…
Fredy Guarin centrocampista dell’Inter dal 2012 al 2016, con il club nerazzurro è sceso in campo in 114 occasioni per un totale complessivo di 8192 minuti giocati e trovando la rete anche in 15 occasioni e fornendo 25 assist.
Una volta, smessi i panni del calciatore, dopo le esperienze in Brasile, Cina e Colombia, per il centrocampista è iniziata una nuova vita, che in poco tempo si è trasformata in un calvario, che l’ex giocatore colombiano ha voluto raccontare in una lunga e cruda intervista alla rivista Semana.
Inter, Fredy Guarin si mette a nudo
Inter, Fredy Guarin: sono alcolizzato, ho paura…
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Un racconto intimo nel quale ha sviscerato il suo grave problema, legato alla dipendenza da alcool. Un problema che l’ex centrocampista sta combattendo da qualche anno, il demone che lo ha attanagliato sin da quando era un calciatore adesso sembra essere tenuto a bada ma resta in agguato.
Sono stato un alcolizzato per diversi anni. Quando ho lasciato il Millonarios è stato il punto più basso che ho toccato, perché in questi ultimi tre anni ho toccato il fondo della mia dipendenza. Non lavoravo più, avevo perso la mia dignità, la fiducia delle persone care e la cosa più importante e preziosa che ho, ovvero i miei tre figli. Ho perso molte cose a livello sentimentale e amoroso. È arrivato un punto in cui non potevo più continuare così. Ho dovuto chiedere aiuto, lo avevo già fatto diverse volte, ma avevo sempre una ricaduta. Ho dovuto arrendermi e chiedere aiuto ad alcuni professionisti con cui sto lavorando e poter rimediare a tante cose che non erano state fatte bene. Riacquistare la fiducia mia, dei miei figli e dei miei parenti. Proiettarmi e accettarmi era la cosa principale. Non potevo farcela da solo e mi sono lasciato aiutare. Sono in quel processo. Posso tranquillamente dire: questo è quello definitivo. Ho già bussato alla porta del diavolo e non è il massimo. to recuperando i miei tre figli. Sono nel loro spazio. Rispetto molto anche le decisioni che in un modo o nell’altro hanno preso. Amo i miei figli e per un po’ ho pagato io per loro. So già quale non è la strada e che la strada è Dio che mi dà forza ogni giorno e una vita sobria e sana, per poter dare loro tutto pulito e l’amore infinito che ho per i miei figli. Ho veramente paura di due cose: la morte e il carcere. Ho una frase, l’ho scritta io stesso: “Ho paura della morte e del carcere e, senza saperlo, vivevo in un carcere condannato a morte
Il giocatore adesso vive una vita serena ma si è reso conto di aver perso molto nel corso degli anni per colpa dei suoi problemi. Solo alcuni amici del mondo del calcio non l’hanno lasciato solo
Quando dico che ho perso gran parte della mia famiglia, dei miei figli, degli amici più cari, intendo anche che ho perso i miei veri amici. Ho perso il rispetto e tante cose. Ma molti di loro erano sempre lì. So chi sono i miei amici, quelli che vogliono vedermi stare bene. Ci vuole tempo per capirlo. So chi c’era nei miei momenti peggiori. Mi sono stati accanto Falcao, James, Juan Fernando Quintero, Ospina, Cuadrado, Zanetti, Córdoba e altri che erano lì saldi e bravi in quei momenti bui. Erano disponibili ad aiutarmi. Altri, senza dire una parola, se ne sono andati. Non erano amici