L’abbinamento calcio e sponsor provenienti dal mondo del betting resta una questione spinosa ma risolutiva per i club…
Sempre più squadre di calcio, in Italia, stanno siglando accordi con società di gaming in giro per l’Europa e per il mondo. La Juventus, per esempio, ha recentemente chiuso un accordo di sponsorizzazione con Instant Casino, tra i leader nel mondo del betting online in Europa. Un titolo che tuttavia in Italia non ha valore, per via di una normativa stringente che penalizza i marchi a licenza non italiana.
L’accordo tra bianconeri e la società è legata alla proiezione dei loghi del marchio sui tabelloni a bordocampo in quel dell’Allianz Stadium. È un accordo che da un lato vuole aumentare la visibilità del portale, dall’altro riempirà le casse dei bianconeri con lauti compensi. Il tutto avviene in un contesto in cui certe collaborazioni sono sempre più in aumento: tutti i club di vertice in A hanno un accordo in essere ed anche club in B sempre più spesso si spingono a stringere accordi di un certo tipo: è il caso della Sampdoria, che ha legato a sé uno sponsor come Nest, in ascesa nel contesto degli eSports.
La più recente normativa in Italia ha vietato le sponsorizzazioni tra aziende di gioco e società di calcio come si legge sul sito di settore Gaming Report. Il danno economico è stato evidente, in ragione del fatto che molti accordi erano milionari. La fine di queste partnership ha però orientato nuove scelte di marketing, per far fronte a perdite che hanno toccato la cifra-record di cento milioni di euro. Ma di recente qualcosa è cambiato.
Il betting nel calcio? Una necessità…
Calcio e sponsor dal betting, questione spinosa ma risolutiva per i club: il punto
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Non solo Juve, Sampdoria, o Napoli ma anche l’Inter aveva trovato in tempi non sospetti una partnership con Betsson, con l’avallo dell’AGCOM che ha dichiarato il gruppo erogatore di intrattenimento sportivo. Un escamotage in piena legalità, in quanto non presenti richiami a pubblicità di bookmaker né si evince la possibilità, per l’utente, di essere indotto a giocare. È stato, questo, un precedente eloquente: senza riferimento al gioco, è possibile stabilire partnership comode per le casse dei club.
Resta il problema degli introiti, relativamente paragonabili solo in parte a qualche tempo fa. Da tempo il mondo del calcio ha necessità di introiti ma nel recente passato sono venuti meno altri punti importanti, tra cui il Decreto Crescita. L’abolizione di taluni norme costituisce una sorta di Cavallo di Troia per il calcio, sempre più bisognoso di introiti. Allo stato attuale la revisione delle normative vigenti quantomeno lascerebbe più margine di manovra ai club di A e di B per la sopravvivenza del movimento e la tutela di milioni di persone anche appassionate. È una questione spinosa, la cui soluzione definitiva è ben lungi dall’essere trovata.