La Sampdoria il 31 luglio ha comunicato alla Lega Serie B il monte ingaggi parziale, laddove si sfora il salary cap bisogna coprire con fideiussione
La preparazione di una stagione e il calciomercato non sono fatti solo di lavoro sul campo e accordi con club, agenti, calciatori. Il mondo Sampdoria se n’è accorto specialmente negli ultimi due anni, alle prese con le NOIF con le difficoltà di districarsi tra i loro paletti.
Un passaggio obbligato per tutte le squadre è quello di presentare alla Lega Serie B, il 31 luglio, il totale del monte ingaggi aggiornato a quella data. Quindi non definitivo, perché per i calcoli complessivi bisogna aspettare la fine del calciomercato. Ma c’è questa tappa intermedia che è prevista da regolamento, un termine contabile entro cui la Sampdoria doveva anche essere in regola con il bilancio entrate/uscite. Tanto che l’operazione Gennaro Tutino è stata fatta ricadere nel mese di agosto proprio per questo.
Sampdoria, salary cap a 10 milioni: se si sfora serve coprire il 40% dell’eccedenza
Sampdoria, monte ingaggi: 31 luglio prima deadline. La situazione
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Come riporta il Secolo XIX, la Sampdoria ha presentato il suo monte ingaggi allo stato attuale e, se dovesse sforare il salary cap di 10 milioni di euro, entro l’8 agosto dovrebbe coprire il 40% dell’eccedenza con una fideiussione. E, stando alle indiscrezioni, al momento i blucerchiati potrebbero aver sforato di 7/8 milioni di euro, complici i nuovi arrivi che hanno bilanciato in negativo gli addii di altri ingaggi pesanti (Conti, Murru, Verre ad esempio).
Non ci dovrebbero essere problematiche di alcun tipo, è un passaggio obbligato e burocratico e la Sampdoria non è compromessa. Tutto quanto poi dovrà essere aggiornato a settembre, quando ci saranno le cifre definitive a calciomercato chiuso. E Pietro Accardi lavorerà ancora nelle prossime settimane per diminuire il tetto stipendi.