La Sampdoria vince ma Renzo Parodi si domanda del perché Accardi e Sottil hanno tutto questo mistero, e sul caso Borini…
La Sampdoria è tornata alla vittoria in campionato e lo ha fatto in una partita pazza che ha regalato ben otto reti ai tifosi presenti al Dino Manuzzi. Una vittoria che porta i blucerchiati al dodicesimo posto in classifica a meno uno dalla zona playoff. Ma anche contro il Cesena sono troppi i goal concessi dai blucerchiati, che in nove partite di campionato hanno incassato quattordici goal.
Ma nonostante la vittoria ottenuta dalla Sampdoria, c’è da sistemare il reparto difensivo. Per lottare per la promozione diretta in Serie A serve trovare una quadra e concedere meno occasioni agli avversari, non si può pensare di segnare sempre più di loro.
Sampdoria, Renzo Parodi chiede risposte a Accardi e Sottil
Sampdoria, Renzo Parodi: Accardi e Sottil qual è il senso di tutto questo mistero? E su Borini… Le parole
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Tra i tifosi c’è ancora mister sull’esclusione di Fabio Borini che non è stato convocato dal tecnico per la trasferta di Cesena. Esclusione arrivata per una scelta tecnica dell’allenatore che ha escluso anche Antonio Barreca dall’elenco dei convocati. Entrambi gli eroi del derby esclusi, una scelta che ha lasciato stupito anche il noto giornalista Renzo Parodi:
Caso Borini. La storia della scelta tecnica non l’ha bevuta neppure il più sprovveduto dei tifosi. Basta leggere i commenti sui social. Sottil ha il diritto di schierare chi ritiene meglio, non di escludere a priori un calciatore, tanto meno colui che gli ha salvato il derby, guarda caso l’altro finito all’indice è Barreca, l’altro eroe della stracittadina. Entrambi pupilli di Pirlo. Una coincidenza?
Ripeto, Sottil ha il diritto di scegliere chi far giocare e chi spedire in panchina o in tribuna. Difatti lo rivendica. “Sono lieto che tutti i giocatori mi mettano in difficoltà nelle scelte”, ripete in una giaculatoria francamente irritante. E banale. Ma allora perché pregiudizialmente pollice verso a Borini, non esattamente il più scarso della compagnia: Rientra Pedrola? Benissimo ci sarà gloria per tutti e un jolly come Fabio me lo terrei stretto. La decisone di scaricarlo è stata presa col pieno consenso di Accardi, e ci mancherebbe che non fosse così.. Purcé si abbia il coraggio di rivendicare una scelta impopolare. E discutibile.
Il calcio è materia opinabile ma anche obiettabile: davvero Sottil ritiene Lagumina e Sekulov siano più forti e utili di Borini? Personalmente non lo credo proprio. Sottil allena e io commento. Ad ognuno il suo. E però: la ragione vera dell’ostracismo è un’altra. Borini è il blucerchiato più pagato, guadagna oltre un milione netto, contratto in scadenza a giugno 2025. In estate Accardi le provò tutte pur di liberarsene, senza riuscirci. Idem, per varie ragioni, con altri pesi morti: tipo Lagumina, Ricci, Girelli. L’obiettivo attuale è dunque convincere Borini a trattare la risoluzione del contratto (oneroso per il club, la Sampdoria ha sborsato fior di quattrini per liberarsi di Conti, Verre & C.). Confidando che Fabio trovi sistemazione altrove, magari in Turchia. Idem per Barreca che guadagna tanto e gioca esterno a sinistra, ruolo ampiamente coperto da Giordano (altro in odore di cessione a gennaio), Ioannou e all’occorrenza Venuti. Personalmente penso che finché un calciatore è a libro paga sia interesse del club e dell’allenatore sfruttarlo al meglio; e che metterlo al bando non giovi a nessuno. Se si vuol vendere Borini non ha senso scaricarlo platealmente (senza peraltro annunciarlo e senza che una stampa pigra e conformista ne chieda conto all’allenatore). Rifiutargli la convocazione è un pessimo viatico. Borini, non mi servi? Ti convoco ma andrai in tribuna. Questo sarebbe accettabile. Tanto più che Sottil, nei suoi noiosissimi sermoncini della vigilia, si sgola a raccontarci che tutti i suoi ragazzi sono coinvolti nel progetto, che nessuno è escluso e tutti remano per la Sampdoria. Tutti o quasi tutti? Allenare trenta calciatori è obiettivamente un problema. Nel caso della Sampdoria però era previsto. Sottil conosceva la situazione allorché (era la fine di agosto) accettò di allenare la Sampdoria. Ora non gode più dell’abbondanza?
Non è tutto. La società ha deciso di non diramare più la lista dei convocati. Come se fosse possibile nascondere la verità nell’era dei social e delle voci che si rincorrono ad ogni angolo. I tifosi sapevano già dell’esclusione di Borini prima ancora che la squadra lasciasse Bogliasco. Qual è il senso di nascondere le cose? Il calcio è un bene pubblico, si svolge in un acquario in cui migliaia di occhi ogni giorno frugano per conoscere, sapere, immaginare. Vogliono sapere, i tifosi, come stanno, cosa fanno i pesci dell’acquario. Pagano. E’ loro diritto.
Anche la gestione dell’infortunio di Gennaro Tutino non è piaciuta al giornalista che si domanda perché tutto questo mistero, perché non vengono dette le cose come stanno?
Durante la sosta Tutino aveva accusato un piccolo infortunio. Del quale è stato vietato dare notizia attraverso l’ufficio comunicazione. La notizia infine è uscita sbagliata: affaticamento muscolare. In realtà si trattava di una lieve distorsione alla caviglia. Perché non dirlo, con dieci giorni davanti per recuperare il giocatore che difatti sarà in campo a Cesena? Cosa serve allora l’ufficio comunicazione? A diramare ridicoli bollettini quotidiani nei quali neppure si menzionano i calciatori costretti a disertare gli allenamenti? Sottil aveva detto, in risposta ad una mia domanda, che sarebbe stato disponibile ad aprire le porte di Bogliasco una volta la settimana, “perché i tifosi sono il plus, il loro appoggio è fondamentale, sono la nostra forza…” Bla bla bla. Invece gli allenamenti restano blindati. Anche alla stampa avrebbe interesse di valutare de visu la condizione dei singoli giocatori per commentare con cognizione di causa. Off limits pure i giornalisti. Costretti ad arrampicarsi sull’erta di San Bernardo per carpire qualche segreto a Sottil. Il quale non counica mai alla stampa la formazione alla vigilia. E’ suo pieno diritto. Ma le convocazioni no. Quelle devono essere pubbliche.
Questa atmosfera da bunker della cancelleria negli ultimi giorni di Berlino a me dà sui nervi. Non giova alla causa e dimostra debolezza. E mancanza di rispetto verso i tifosi. Che hanno diritto di conoscere cosa accade nella casa della loro squadra del cuore. Ovviamente i panni sporchi vanno lavati in silenzio. Ma pretendere di esercitare una censura preventiva persino sulle piccolezze è sintomo di insicurezza. Controllare tutto non è popssibile, caro Accardi. E neppure è conveniente.
Accardi e Sottil agiscano come meglio credono purché non ci raccontino quella dell’uva. La casa della Sampdoria deve essere la casa di vetro. Tanto poi a decidere sarà il campo, saranno i risultati. Null’altro che i risultati.