Bartosz Bereszynski ha raggiunto le 200 presenze con la maglia della Sampdoria: tra i retroscena del calciomercato estivo e il rinnovo…
La partita contro il Mantova sarà storica per Bartosz Bereszynski: il capitano della Sampdoria verrà premiato, prima dell’incontro, per il raggiungimento delle 200 presenze con la maglia blucerchiata. Un riconoscimento importante per lui, arrivato nel gennaio 2017, e andato via solo per due parentesi al Napoli (sei mesi) e all’Empoli (un anno).
Il suo nome era tra i possibili partenti anche in estate, ma Pietro Accardi, come scrive Il Secolo XIX, ha fatto di tutto per trattenerlo. E, alla fine, ce l’ha fatta. Il racconto del capitano al quotidiano:
Pure io a fine stagione pensavo fosse difficile rimanere. Ma a Jena non si è più parlato dell’ipotesi di andare via. Con la testa pensavo alla preparazione, il mio procuratore non mi ha chiamato, ero felice di restare. Sono in scadenza ma con l’esperienza che ho so che queste cose devi metterle da parte e pensare al campo. Del resto se ne parlerà poi, con calma, certe cose vengono da sole.
Sampdoria, Bereszynski rinnovo e chiusura carriera? Non dipende solo da me
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Bereszynski ha accennato al contratto che, al momento, è ancora in scadenza il 30 giugno 2025, tra otto mesi. Non si sbilancia, il polacco, sulla possibilità di rinnovare e di chiudere, pertanto, la carriera a Genova. Il progetto c’è, l’obiettivo della Serie A anche, ma bisogna venirsi incontro:
Chiudere la carriera qui? Io e la mia famiglia siamo sampdoriani ma non dico altro, è facile parlare. Vedo un grande progetto, un obiettivo importante, mi concentro su quello. Non dipenderà solo da me, parleremo col presidente, il direttore. E vedremo.
Mi sento legato tanto a questi colori, alla Samp, a Genova. Qui sto bene, vivo ad Albaro, amo la cucina ligure, le trofie al pesto. Sono arrivato nel 2017, ero un ragazzo di 24 anni. Ora sono papà di due figli Leo e Bruno sono nati in Polonia ma sono sampdoriani, il primo gioca nella Samp Under 8. Non sono uno di tante parole, le trovo facili. Preferisco fare i fatti, che sono più difficili. Ma saremo sampdoriani per sempre, ed è bellissimo.
La fascia da capitano è una responsabilità verso la squadra, ma anche un motivo di orgoglio. Una motivazione per chi, ai tempi di Fabio Quagliarella, è stato anche il vice:
Sento responsabilità soprattutto. Verso tutta la squadra, a partire dai giovani. E orgoglio. Devi dare una buona immagine. La fascia l’avevo già indossata, ero vice di Quagliarella. Ma è la prima volta da capitano designato da inizio stagione. Mi motiva molto.