Cosa succede alla Sampdoria? Da Andrea Pirlo ad Andrea Sottil è cambiato poco e c’è da fare una rivalutazione totale del lavoro svolto…
Mi sono morso la lingua a lungo. Ora basta. Basta, mi fa male. E s ono stanco di vedere la Sampdoria così. Senz’anima. Senza cuore. E senza palle.
Il presidente Matteo Manfredi ha deciso di consegnare le chiavi della sua costosa macchina a un solo pilota. E Pietro Accardi ha guidato ad alta velocità tutta l’estate rispettando tutti i semafori verdi, aspettando l’occasione giusta (per lui) per prendere giocatori e giocatori. Un investimento dietro l’altro che ha fatto storcere il naso ai cuginetti. E non solo: vedi Massimo Cellino. Un capolavoro, dicevamo.
Lo abbiamo applaudito. Io per primo. Li abbiamo sostenuti. E questo lo facciamo ancora perchè la Sampdopria è una cosa sola. Ma qualcosa bisogna fare, bisogna dire per rialzare la testa, riprenderci le nostre ambizioni che ora si fatica a riconoscere.
La parola Serie A non deve far paura. Nemmeno ora. E invece da qualche settimana abbondante, è sparita dal nostro vocabolario. Sbagliato. Andrea Pirlo il primo giorno, di un anno e mezzo fa, parlò chiaro. Fu il primo e forse l’unico a farlo apertamente. L’obiettivo della Sampdoria è la Serie A. Non può essere altrimenti. Sennò compri un’altra società. Sennò vai ad allenare a Cittadella. E sennò non fai questo tipo di mercato. Siamo tutti d’accordo vero? Bene.
Allora diciamo anche con onesta che c’è da rivalutare il lavoro di Andrea Pirlo, quello di Nicola Legrottaglie e Andrea Mancini. C’è da rivalutare anche quello di Pietro Accardi. Un mercato celebrato da tutti, me compreso sia chiaro, ma che ci ha ingannato. Si, certo. Ci siamo fatti abbagliare da Massimo Coda e Gennaro Tutino. Dall’arrivo anche di Simone Romagnoli e per ultimo di Marco Silvestri.
Ma forse quello fatto solo una stagione fa non era poi tutto sbagliato. Non andava buttato via da un giorno all’altro. E invece abbiamo buttato via tutto, nella rumenta senza riciclare niente. Abbiamo detto no grazie a Ghilardi, a Facundo e pure a Sebastiano Esposito. Anche Filip Stankovic sarebbe rimasto a Genova. E l’Inter, mi dice Marotta, non si sarebbe opposta a questa decisione del giocatore.
Ma si cambia. Da Pirlo a Sottil. Si cambia dopo tre giornate. Poco o tanto? Poco se si ragiona sulla rivoluzione fatta da Accardi in estate. Tanto, troppo per i tifosi che non ne potevamo più del Maestro. Gli stessi che oggi lo rimpiangono (non tutti, sia chiaro), ma che ora vogliono cacciare Andrea II da Venaria.
Quattro vittorie, due pareggi, tre sconfitte. La vittoria sul Genoa poi certamente farà la differenza in futuro, parlando al bar di derby vinti e persi. Oggi però, almeno per me, è già passato. Il presente è una classifica diversissima dalle aspettative. E non mi attacco nemmeno ai rigori non dati, alle reti giustamente o no annullate. Con il Cittadella non si può arrivare al minuto 90 e passa sullo zero a zero in tutto. Non si può. E nemmeno con il Brescia si può pensare di non tirare praticamente mai in porta. Cosa fanno le altre non mi interessa.
Visto che ci piace vivere ancora in Mantovani style, ricordiamoci allora quello che diceva Boskov: noi siamo noi y loro sono loro. Ecco appunto…
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Come si faccia a uscire da questa situazione non lo so. Non sono pagato per questo. Ma bisogna uscirne. Mi verrebbe da dire che bisognerebbe mettere da parte gli interessi personali e l’orgoglio. Ma detta così sembra cattiva. E io cattivo non voglio esserlo e non lo sono per natura. Ma bisogna cambiare atteggiamento, modo di operare. In campo e fuori.
Per esempio a cosa serve scrivere da settimane un report bulgaro da Bogliasco senza più nessuna informazione, senza nessuna indicazioni anche per i tifosi? E i convocati? Cancellati. Non si danno più. Per non dare un vantaggio agli avversari? Se così fosse la missione è decisamente fallita.
Poi c’è chi può entrare nella nuova palizzina del centro sportivo intotolato a Gloriano Mugnaini e chi invece no. È meglio che resti fuori. Compresi naturalemtne i tifosi che possono solo aspettare fuori un cancello grigio per fare le foto con i loro campioni. Poi c’è Andrea Radrizzani che torna al Luigi Ferraris, viene a vedere Sampdoria-Brescia in gran segreto e non si fa nemmeno fotografare ma il risultato non cambia MAI…
Ma torniamo alla squadra. Sennò mi perdo. Ci sono giocatori arrivati che forse non sono all’altezza della missione? Mi viene in mente Nikola Sekulov che a giugno la Sampdoria avrà l’obbligo di acquistare per 1,7 milioni di euro più bonus. O magari Alessandro Riccio, altro ex Juventus, arrivato a Genova, via Modena, con la formula del prestito con diritto di riscatto, che potrebbe diventare obbligo al raggiungimento di determinate condizioni. E la lista dei giocatori che fanno discutere i tifosi della Samp sono tanti. Ma si sa quando il mare è in tempesta ti può arrivare addosso di tutto…
Mi attirerò nuove antipatie. Pazienza. Ma questa mi è rimasta lì e faccio fatica a capirla. Ma che senso ha avuto regalare la maglia (anzi due) a un tifoso dell’Inter con 1,8 milioni di follower che con molta probabilità vedere nelle sue stories (per 24 ore, non per sempre) la terza maglia con i colori più belli del mondo interessa poco?
Vabbè ma io sono della Generazione X. Poi Luca onestamente questa c’entra poco con i risultati del campo…
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