Fu Luca Vialli a convincere Roberto Mancini ad accettare la Nazionale: la bandiera della Sampdoria rimpiange ancora l’addio
Roberto Mancini vuole tornare ad allenare la Nazionale. L’allenatore, il CT che ha vinto l’Europeo nel 2021 per poi mancare la qualificazione al Mondiale e lasciare, per poi andare in Arabia Saudita, nell’agosto del 2023, ha lasciato qualcosa di incompiuto. Qualcosa che, in futuro, vorrebbe riprendere.
E’ questo uno dei passi più importanti dell’intervista a Il Giornale, fatta in occasione del suo sessantesimo compleanno:
La mancata qualificazione al mondiale è una ferita che brucia ancora. Un conto in sospeso con i tifosi. Poi quel saldo rapporto di fiducia che avevo con la Federazione si è reciprocamente incrinato, ma se potessi tornare indietro affronterei tutto in modo diverso. Non rifarei quella scelta. Lasciare la Nazionale italiana è stata una scelta sbagliata che non rifarei.
Era stato Luca Vialli, nel 2018, a convincerlo ad accettare la chiamata di una Nazionale da rifondare dopo la prima mancata qualificazione al Mondiale con Gianpiero Ventura:
Ricordo perfettamente quel momento. Stentavo a crederci. Per un allenatore diventare ct della Nazionale è il sogno più grande. Si stava realizzando. Nonostante avessi alle spalle parecchie esperienze su panchine importanti, pensare di tornare ad indossare quella maglia azzurra non da giocatore ma da ct, un po’ mi ha fatto tremare le gambe. Feci una telefonata a Vialli. Luca mi disse di accettare subito. E così feci. Dopo un anno arrivò anche lui. Un’avventura straordinaria condivisa insieme. Il miglior coronamento di un’amicizia unica.
Sampdoria, Roberto Mancini: sogno ancora il mondiale con la Nazionale
Sampdoria, Roberto Mancini: Nazionale? Mi convinse Vialli. Un errore andare via
LEGGI ANCHE Roberto Mancini: Sampdoria la mia vita. Sento il vuoto senza Vialli, Mihajlovic ed Eriksson
Un’avventura coronata con la vittoria a Wembley, lì dove con la Sampdoria avevano perso una Coppa dei Campioni nel 1992:
Sono stati cinque anni meravigliosi. Qualche difficoltà all’inizio, per poi inanellare una serie di vittorie e record di cui vado orgoglioso. Riportare l’Italia dopo cinquant’anni anni sul tetto d’Europa è stata un’emozione indescrivibile.
Poi qualcosa si è rotto, anche se, a guardare indietro, Mancini avrebbe agito in modo diverso:
Se io e il presidente Gravina ci fossimo parlati, spiegati, chiariti, probabilmente le cose non sarebbero andate così. Allenare sentendo che la fiducia sulla tua persona vacilla, mi creda, non è una bella sensazione. Non ti garantisce di poter lavorare con la giusta serenità. Nonostante ciò mi rimprovero di non aver affrontato il tutto con più chiarezza. Con Gravina c’è sempre stato un rapporto basato su una grande stima e dialogo. E la volta che forse era necessario parlare con chiarezza, non è stato fatto.
Per i suoi sessant’anni Roberto Mancini vorrebbe regalarsi il Mondiale con la Nazionale. Ora è presto per tornare, la squadra di Luciano Spalletti sta facendo bene e punta il Mondiale del 2026, ma chissà che, dopo Spalletti, non possa essere ancora l’ora di Roberto. Che non ha dimenticato uno dei suoi obiettivi:
Vorrei alzare la Coppa del mondo. Ho ancora un conto in sospeso. Appena diventai ct della Nazionale dichiarai i miei due obiettivi: vincere un Europeo e un Mondiale.