L’allenatore della Sampdoria, Leonardo Semplici, vede Pedrola ancora come esterno, l’adattamento al 3-5-2 può avvenire, ma intanto serve ritrovare condizione
Dalla partita di Roma, Leonardo Semplici ha tratto le prime risposte su Estanis Pedrola. La prima è che il classe 2003 spagnolo è più adatto a giocare esterno e non nel duo offensivo nel suo 3-5-2. Ma soprattutto che la condizione fisica ancora non è ottimale. E se non c’è quella la Sampdoria ancora non può fare affidamento sul suo talento.
Il tecnico blucerchiato ha provato a studiarlo in Coppa Italia, mandandolo direttamente in campo e adattando anche il modulo, un 4-3-3 sperimentale cucito quasi solo per l’ex Barcellona. Ma le risposte di squadra non sono state convincenti e nemmeno Pedrola ha dato quelle risposte che ci si aspetta da uno come lui. Perché, ammette Semplici, la condizione non è ancora quella che a Genova hanno conosciuto nelle prime giornate della passata stagione:
Ho usato la partita di Roma per conoscere i giocatori che avevo visto meno finora e tra questi anche Pedrola. Ho cambiato modo di stare in campo perché avesse opportunità di farmi vedere quello che poteva darmi in un ruolo a lui più congeniale. Ma è in ritardo di condizione. NelIa testa c’era di fargli fare 60-70 minuti ma poi ha preso un pestone e l’ho tolto a fine primo tempo. Io credo che lui debba giocare esterno a sinistra, e poi man mano che acquisirà condizione potrà darci un apporto importante anche in altre posizioni, ma avrà quel ruolo lì
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Nell’allenamento di venerdì 20 dicembre, infatti, Pedrola ha lavorato a parte per precauzione. L’intenzione è quella di preservarlo, evitare di forzare la mano, perché ancora deve raggiungere quello stato di forma di cui Semplici e la Sampdoria hanno bisogno. A Cremona ci sarà, partirà con la squadra e sarà a disposizione. Ma titolare non può esserlo. Non con questa condizione e nemmeno con il 3-5-2 su cui il tecnico ora vuole puntare, per far avere più certezze ai suoi calciatori:
Ripartiamo con il modulo che abbiamo proposto con lo Spezia. A Roma anche l’esperimento del 4-3-3 era per capire se avessi scelto il vestito giusto, valutare meglio la rosa che ho. Ora è giusto ripartire dal 3-5-2 che abbiamo fatto con lo Spezia. Già quando siamo tornati a questo modulo dopo il 3-0 a Roma la squadra ha fatto buone cose, non si è disunita e abbiamo mantenuto un certo equilibrio fino alla fine. A me ha dato indicazioni sotto questo aspetto