L’agente di Akinsanmiro ricostruisce l’episodio di razzismo in Brescia-Sampdoria e replica indirettamente a Bisoli, che aveva attaccato l’esultanza del centrocampista
Una reazione bellissima a un episodio spiacevole. Ci sono tanti modi per rispondere a buu razzisti intonati da migliaia di persone contro un singolo calciatore. Mike Maignan, portiere del Milan, a Udine aveva scelto di abbandonare il campo, dando un’immagine potente. Ebenezer Akinsanmiro, invece, l’ha presa col sorriso, anzi ha voluto rispondere con un’esultanza provocatoria ai tifosi del Brescia che, durante la partita contro la Sampdoria, l’hanno preso di mira con cori e versi discriminatori.
Tanto che Pierpaolo Bisoli, allenatore dei bresciani, ha criticato nel post partita la reazione del giocatore blucerchiato, spostando l’attenzione dal problema. Mentre Crescenzo Cerere, agente di Akinsanmiro, ha difeso l’esultanza del suo assistito in un’intervista a Radio Sportiva:
Ero allo stadio. Io ci ho anche riso sopra. La sua reazione è stata provocatoria ma bellissima, pur sotto la curva dei tifosi di casa. Preferisco una reazione del genere ad altre che ci sono state in passato. Il razzismo è un tema delicatissimo. Lui l’ha preso col sorriso, questa è la cosa che conta più di tutto
Sampdoria, agente Akinsanmiro: “Volevano innervosirlo, ha reagito nel modo giusto”
Sampdoria, l’agente di Akinsanmiro risponde a Bisoli: esultanza? Reazione bellissima…
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Anche perché l’episodio è grave e non è, purtroppo, isolato. A Reggio Emilia, poche ore prima della partita, era anche andato in scena un fatto simile in Reggiana-Bari, con vittima Mehdi Dorval. In quel caso l’arbitro Prontera ha anche sospeso la partita per otto minuti. Cerere ricostruisce invece quanto avvenuto al “Rigamonti”, assicurando però i tifosi della Sampdoria: Akinsanmiro è tranquillo, ha reagito nel modo giusto e gli servirà per esperienza.
L’arbitro a Brescia ha sospeso la gara qualche secondo, ha fatto dare l’annuncio contro il razzismo dallo speaker dallo stadio. Ad Akinsanmiro questa cosa ha dato ulteriore carica, lo ha reso ancora più agonista. Ha deciso di continuare, non si è fermato, non ha deciso di tornare negli spogliatoi, non è andato dai suoi compagni a piangere com’è successo altre volte. Semplicemente ha un po’ sbeffeggiato la tifoseria di casa dopo il gol della Samp andando ad esultare in questo modo. Però il ragazzo è molto tranquillo, gli servirà per esperienza. A volte essere troppo bravo è un danno, non è un bene. Non è stato il colore della pelle secondo me, è stato un volerlo colpire, fallo innervosire. Il loro obiettivo era di farlo uscire dal campo e ci sono riusciti bene
Secondo l’agente del giovane centrocampista, classe 2004, il motivo dei cori non era solamente un razzismo latente dentro alcuni tifosi bresciani. C’era anche l’intenzione di colpire il ragazzo, di farlo innervosire, perché era uno dei migliori giocatori in campo della Sampdoria. E ci sono riusciti, perché poi è stato sostituito:
Ci sono stati insulti, alcuni di natura razziale e altri meno, perché era il migliore in campo in quel momento e quindi la tifoseria di casa ha voluto colpire questo ragazzo, un ragazzo giovane. Il calcio purtroppo in alcuni stadi, in alcuni ambienti ci sono queste aggressioni verbali che vanno condannate totalmente. L’arbitro ha deciso di ammonire il ragazzo, l’allenatore ha deciso di toglierlo perché altrimenti a ogni pallone che toccava veniva insultato. E’ stato spiacevole. Stava giocando una grandissima partita. Ha dovuto uscire non per colpa sua ma per colpa di quattro facinorosi, quattro tifosi che hanno ben poca cultura