Contro l’Atalanta Ranieri ha rimediato la terza espulsione della sua carriera: un provvedimento esagerato di Giua verso il tecnico della Sampdoria. La prima volta fu da allenatore dell’Inter
Far perdere la pazienza a un signore come Claudio Ranieri non è facile. La sua carriera da allenatore parla per lui: 1171 partite e sole tre espulsioni. L’ultima a opera dell’arbitro Giua nella sfida di Bergamo con l’Atalanta. Un’espulsione per somma di ammonizioni.
La prima in seguito a una diatriba con il ‘simpaticissimo’ Gasperini. Alla frase di Ranieri: “Fate come loro, buttatevi”. Gasperini ha risposto: “Non fare il fenomeno”. “Cosa vuoi? Sto parlando con l’arbitro”. Giallo. La seconda ammonizione è arrivata per proteste dopo un fallo di Bereszynski sul Papu Gomez. Un provvedimento esagerato di Giua, che avrebbe potuto redarguirlo almeno una volta prima di allontanarlo dal campo.
LEGGI ANCHE Sampdoria, ingiustizia è fatta: Ranieri squalificato
Terza espulsione in carriera, appunto, per Ranieri, che rimediò durante un’Inter-Napoli del 2011. Lì, quando allenava i nerazzurri, disse all’arbitro Rocchi, reo di aver concesso un rigore inesistente ai partenopei: “Prego Dio che tu abbia
ragione, per me hai sbagliato tutto”. In quell’occasione, però, Sir Claudio fece ricorso e non scontò la squalifica.
La seconda espulsione, invece, è arrivata all’estero, il 17 dicembre 2017. Ranieri era allenatore del Nantes quando, protestando per un fallo non fischiato al suo giocatore Ngom, mise la mano sopra la testa del quarto uomo. Per mimare una schiacciata. Rosso e scuse per Ranieri, che, preso dalla foga, non si accorse dell’errore, ma lo accettò senza fare ricorso.
Ora, in seguito all’ingiusta terza espulsione della sua carriera, dovrà seguire la Sampdoria dalla tribuna nella gara con l’Udinese. Al suo posto a impartire ordini ci sarà il suo vice Benetti.