Il Secolo XIX ha prospettato la possibilità che un investitore americano possa finanziare i due concordati della Famiglia Ferrero, prendendo a garanzia i cinema e la nostra Sampdoria. Ecco le nostre riflessioni sulla questione.
Lo scenario che il quotidiano genovese ha paventato (e che via abbiamo riportato in questo articolo Cessione Sampdoria: la rivoluzione di Ferrero) è sicuramente suggestivo, forse troppo.
A nostro avviso non tiene conto di alcune circostanze dirimenti.
COSA NON CI TORNA
Il paragone con l’operazione che ha portato il Fondo Elliott ad intascare le azioni del Milan muoveva da un presupposto diverso. Il precedente proprietario, l’imprenditore cinese Yonghong Li doveva effettuare un aumento di capitale da 32 milioni di euro per mettere in sicurezza in conti del club rossonero. Se li fece prestare dal Fondo Elliott, che prese in pegno, a garanzia del prestito, le azioni del Milan. Yonghong Li non restituì la somma e così il fondo acquisì le quote e decise di continuare a gestire direttamente il club (che resta in vendita).
Nel caso di Ferrero la situazione sarebbe ben diversa. Il misterioso investitore statunitense dovrebbe apportare capitali freschi per sostenere non la Sampdoria (magari!) bensì le proposte di concordato di Farvem ed Eleven Finance. Questi soldi sarebbero prestati prendendo a garanzia uno dei pochi, anzi forse l’unico, ormai, degli assets ancora fruttiferi dei Holding Max, la capogruppo della Famiglia Ferrero. Quindi un passaggio decisamente più contorto di quello che ha interessato il Milan.
Un altro aspetto forse sottovalutato è quello dei cinema. Sempre secondo il Secolo XIX, l’altra garanzia per l’investitore sarebbe costituita dai cinema in pancia ad Eleven Finance. Il problema è che su quegli immobili pende un’azione esecutiva che è stata sospesa lo scorso 24 febbraio. L’asta era già stata pubblicata ma è stata sospesa come previsto dalla legge a causa della procedura di concordato iniziata a gennaio.

DOVE VUOLE ARRIVARE L’AMERICANO?
E poi ci permettiamo di aggiungere qualche considerazione su questa strategia.
Non è chiaro a cosa punti l'”americano”. Se vuole investire nei business di Farvem (edilizia popolare) ed Eleven Finance (cinema), non sembra una scelta molto oculata. La prima società, oltre al concordato, è al centro di un complesso contenzioso in cui è coinvolta la prima moglie di Ferrero e la Meridie, società che ha fatto sequestrare a Massimo Ferrero il 50% delle azioni in Farvem. Peraltro i canoni pagati dal Comune di Roma sono anche diminuiti nel corso degli anni… Quanto ai cinema: non stavano bene prima della pandemia, figurarsi adesso. Se poi all’investitore interessasse la Sampdoria, farebbe prima a comprarsela direttamente, facendo un’offerta congrua a Ferrero…
Ragionando invece dal punto di vista del Viperetta, non c’è una gran convenienza a mettere in piedi il piano prospettato dal SecoloXIX. Il rischio concreto è di trovarsi magari con tutti debiti pagati di Farvem ed Eleven Finance, ma senza la Sampdoria, e soprattutto senza soldi per ripartire o quantomeno per continuare…
I TEMPI DEL CONCORDATO: PROROGA SI O PROROGA NO?
Tiene banco poi la questione sul fatidico termine ultimo di deposito dei piani di rientro da presentare alla dott.ssa Cavaliere, giudice delegato della Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma.
Secondo le testate giornalistiche cittadine (in primis SecoloXIX e Primocanale) Ferrero avrebbe ottenuto una proroga di 3 mesi, a cui si aggiunge la c.d. sospensione feriale per tutto il mese d’agosto.
Va precisato, per l’ennesima volta, che in questa fase, l’ufficialità a riguardo la possono avere solo le parti coinvolte. Possibile che l’informazione si filtrata alla stampa… ClubDoria46 continua a tenere monitorati i registri di cancelleria e in entrambe le procedure è comparso un “atto non codificato” del 29 luglio, ovviamente riservato.