Sono tristi i trent’anni di Balotelli, senza squadra e senza pretendenti: la Sampdoria rimane una suggestione, ma il gioco non vale la candela
Trent’anni. L’ormai ex golden boy del calcio italiano moderno Mario Balotelli scollina la fase dei vent’anni ed entra in quella della definitiva maturità. Teorica. Sì perché il talento cristallino del trentenne ex Brescia si è perso in questi anni, tra ‘balotellate‘ e prestazioni scadenti e ora, dopo un anno deludente, non ci sono contendenti per prenderlo.
Quest’anno Balotelli, dopo gli screzi con il Lilla e la parziale rinascita – l’ennesima – al Marsiglia, è approdato a Brescia come il figliol prodigo. Lui, bresciano di adozione, nella squadra della sua città. E ha fallito, finendo per non essere più convocato dopo il lockdown e generando situazioni poco consone, come quando non venne fatto entrare al centro d’allenamento.
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Un peccato perché ora di squadre che lo vogliono non ce ne sono. Si era parlato di una suggestione Sampdoria per Balotelli: una pazza idea, ma il rischio potrebbe essere eccessivo considerando anche l’ingaggio alto. Poi il nulla. Nessuno sembra volere Balotelli che negli anni, oltre agli errori fuori dal campo, ha peggiorato il suo modo di giocare: niente gioco di squadra, pochi movimenti e un solo obiettivo. Tirare in porta.
In questi anni di Balotelli si è parlato molto di più per le vicende extra campo che per quelle nel rettangolo di gioco. Le ‘balotellate‘ sono diventate una consuetudine, così come le varie voci di gossip. Dalla maglia lanciata in Inter-Barcellona, alle freccette tirate ai giovani del City per passare a quando rischiò di bruciare la casa con dei petardi, fino al licenziamento rischiato con il Brescia. Poi le liti con gli allenatori – Mancini e Vieira su tutti – e le vicende con Raffaella Fico e di cronaca rosa.