Gianluca Vialli continua a reinventarsi: Mancini, suo fratello dai tempi della Sampdoria, lo ha voluto in Nazionale, ma ora lui sogna una presidenza
Gianluca Vialli non smette mai di evolversi, di crescere. Di inventarsi. Dopo aver segnato oltre duecento goal, aver fatto sognare i tifosi della Sampdoria, aver allenato in Inghilterra, ricoprendo anche il ruolo di allenatore-giocatore, ora è capo-delegazione della Nazionale. Lo ha voluto il suo amico, anzi, suo fratello Roberto Mancini lì. Non è facile continuare mentre il tuo organismo continua con la lotta al tumore al pancreas, ma Vialli non si è mai fatto abbattere.
Contro l’Estonia ha cambiato ancora una volta ruolo. Data l’assenza di Mancini è sceso in panchina a fianco di Oriali, che aveva sostituito già nell’amichevole con la Moldova, e Chico Evani. In tribuna c’era Fausto Salsano, che, dopo aver parlato con Mancini, comunicava con Vialli tramite un walkie-talkie e Luca, emozionato forse più dei cinque debuttanti, comunicava con Evani. Un bellissimo filo bluerchiato, questa volta con una sfumatura più netta di azzurro.
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Mercoledì Vialli è stato l’uomo forte in panchina, il punto di riferimento per i molti ragazzi giovani scesi in campo. Negli occhi si leggeva il piacere e anche l’emozione di essere lì, come sempre, punto di riferimento dei giovani.
Ora, però, le tappe non sono finite per Vialli, che sogna un nuovo step della sua carriera: “Vorrei vivere ancora per qualche anno. Ci sono tante cose che vorrei fare nel calcio. Ora sono felicissimo di essere il capo delegazione della Nazionale, ma un giorno mi piacerebbe fare il presidente di una squadra. Farei tante cavolate, però ho anche parecchie idee e vorrei provare a rendere il calcio uno sport migliore”.