Claudio Ranieri, lo stratega di Testaccio che quest’anno sta mettendo in luce doti da tattico raffinato e meticoloso quasi inedite prima d’ora
Claudio Ranieri, uno stratega. Non si era mai visto in questa versione poliedrica. Tattico, strategico, equilibrista, sperimentatore. C’è chi lo critica, chi lo difende. Non piace a tutti ma i risultati sono dalla sua parte. Questa è la stagione in cui l’allenatore blucerchiato sta sperimentando nuovi e diversi assetti tattici come mai prima d’ora.
Lo fa per una svariata serie di ragioni: in primis per sfruttare appieno le potenzialità della rosa. Sicuramente per adeguarsi al valore e alle caratteristiche degli avversari. Non da ultimo anche per gestire al meglio gli equilibri interni del gruppo.
In questa stagione il tecnico di Testaccio esce dai dogmi del 4-4-2 canonico che tanto l’avevano reso celebre oltremanica alla guida del Leicester. Un modulo tanto perfetto e idoneo per Jamie Vardy e compagni che da quelle parti è ancora oggetto di studio.
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Certo, in questa stagione non si è allontanato troppo da quell’impostazione di partenza, non per niente le sue scelte per la maggior parte delle volte sono ricadute sul 4-4-2 o sul 4-4-1-1.
Insomma la difesa a 4 è quasi irrinunciabile per Sir Claudio (solo 1 volta in questa stagione ha proposto la difesa a 3). Tuttavia ci sono state anche delle evoluzioni: difatti le partite contro Parma, Juventus e Bologna sono la prova di esperimenti volti a trovare le criticità delle avversarie.
Ecco quindi moduli come il 4-3-1-2, proposto per la prima volta contro i ducali, il 4-3-3 impiegato per affrontare il Bologna, ma anche il 4-1-4-1, il 5-3-2 e il 5-4-1, quest’ultimo proposto solamente nel 2% delle uscite stagionali. In questa fase Ranieri non ha necessità di dover far risultato ad ogni costo e può permettersi sperimentazioni alla continua ricerca di nuovi e diversi equilibri tattici.