La nuova vita di Fabio Quagliarella alla Sampdoria? Da bomber di razza a prossimo mister. L’attaccante sta studiando da allenatore
Fabio Quagliarella è l’uomo dei record. Per la Sampdoria è il capitano, è il giocatore che ha superato anche Gianluca Vialli. Ha girato l’Italia, non il mondo. Ha indossato le maglie di Fiorentina, Chieti, Ascoli, Torino (in due periodi diversi) Sampdoria (dov’è tornato ad inizio 2016) Udinese, Napoli e Juventus. Poi ha giocato anche in Nazionale. Non molto a dire il vero: 28 gare e 9 reti.
E’ cresciuto a suon di goal, in una delle migliori scuole in assoluto.
Nelle giovanili del Torino, dove era arrivato nel 1993, ha esordito in A con i granata il 14 maggio 2000. Dopo 22 anni di carriera In Serie A ha segnato 173 reti, dietro di lui, di quelli ancora in attività c’è Ciro Immobile 149, poi Zlatan Ibrahimovic (147). Numeri e ancora numeri di un attaccante genio, di un pittore come si è descritto a La Gazzetta dello Sport.
Il gesto tecnico di un attaccante è un concentrato fra istinto, balistica, coordinazione, dinamica, forza e soprattutto fortuna. Ho sempre segnato certe reti. Da piccolo, in cortile, facevo le rovesciate sull’asfalto, o tiravo dalla lunga distanza. Mi sono sempre spinto oltre. Lì pensi che sia tutto normale. Poi arrivato in un settore giovanile ho messo tutto a fuoco…
Fabio è un attaccante che continua a lavora per migliorarsi. Lo fa per sé, per la Sampdoria e i suoi record. Per esempio, lavora sul piede sinistro. Non si può perdere un’occasione da goal perché devi passare sull’altro piede. Poi puoi allenare la coordinazione.
In campo c’è l’ansia del risultato, i tifosi. Ti dicono: ‘Gioca semplice. Ma io di que- sto me ne sono sempre sbattuto. Mai ho pensato: ‘Se la tiro in curva?’. Se non ci provo, non posso saperlo.
Uno come lui? Antonio Cassano. Quando Fabio Quagliarella parla con Antonio Cassano, gli dice: “Tu vedevi delle cose in campo che altri non avrebbero mai compreso”.
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Sampdoria, la nuova vita di Quagliarella? Da bomber a mister
Ha giocato con tanti attaccanti ma mai nessuno è stato come Antonio Di Natale.
Pazzesco: faceva goal come e quando voleva. A volte pubblica sui social alcuni video di sue reti. Gli dico: ‘Non farlo, fermi lo sviluppo di tanti presunti campioni che al primo tiro in porta pensano di valere tanto. Se vedono i tuoi goal, smettono. Ora appena uno segna, si parla di convocazione in Nazionale. Io avevo davanti mostri sacri da 30 goal a stagione: ma sono cambiati i tempi…
Con la Sampdoria di Massimo Ferrero ha il contratto in scadenza, con il club blucerchiato sta pensando anche al suo futuro non più da protagonista in campo. E se fosse come Angelo Palombo? Da mister? Mister Quagliarella non suonerebbe male in effetti. Secondo lei, la sua arte del gol si può insegnare?
Mi piacerebbe. Ai giovani direi: ‘Sbattetevene dell’errore. Provateci’. Anche se ho l’uno per cento di possibilità, ci provo sempre. Sto facendo il corso da allenatore, si parla anche di questo. A 9-10 anni i ragazzi devono divertirsi, esprimere l’estro. L’oratorio, la strada, si parte da lì. Quando torno oggi a casa dei miei, invece, il cortile è vuoto. Nessun bambino