Sampdoria, Ivano Bonetti, vincitore dello scudetto blucerchiato nel 1991, ha rilasciato un’intervista in cui si è detto sicuro che il successo di Mancini derivi anche grazie all’aiuto del suo amico e collega Vialli.
L’ex calciatore della Sampdoria Ivano Bonetti ha rilasciato un’intervista a 1 Station Radio. Non sono mancati i ricordi della Samp d’oro, visto che lui ha vestito la maglia blucerchiata tra il 1990 e il 1993, e parole per i suoi ex compagni di squadra Mancini e Vialli. In particolare l’ex centrocampista ha sottolineato l’importanza di questo rapporto e di come l’uno sia importante per l’altro. Ivano Bonetti è stato anche allenatore di calcio e dirigente, dopo aver giocato come centrocampista in vari club di A, tra cui Juventus e Atalanta.
Ecco le parole di Bonetti riguardanti Vialli e Mancini, impegnati con la Nazionale Italiana a Euro2021.
Ha ereditato qualcosa da Boskov? Roberto era già un allenatore lungimirante, ama la personalità importante, riesce a farsi stimare. (Vialli, ndr) Ha permesso a Roberto di dividere le responsabilità, lo ha migliorato caratterialmente e gli ha dato tanto supporto morale. Gianluca riesce a dare forza agli altri. Sono felice che abbiano ricostruito questa grande coppia, si aiuteranno a vicenda in qualsiasi momento.
Sampdoria, Ivano Bonetti ricorda la Samp d’Oro con Mancini e Vialli
Sampdoria, Bonetti sicuro: il successo di Mancini? Arriva da Vialli
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Alla domanda sulla Sampdoria che riuscì a sbaragliare la concorrenza delle rivali in Serie A, Ivano Bonetti, oggi 56 anni, ha ricordato di come fosse una squadra di qualità, fatta di calciatori con l’età anagrafica giusta. Il giusto mix per arrivare sul tetto d’Italia.
La mia Sampdoria fece un’impresa, riuscimmo ad abbattere l’egemonia delle milanesi, della Juventus e del Napoli di Maradona. Era una squadra di qualità, con l’età giusta e portava a casa tutti gli anni dei trofei. Le altre avevano degli stranieri fenomenali, noi avevamo un grandissimo presidente che riuscì a costruire una squadra importante. Alla base delle vittorie c’è il gruppo, ma allo stesso tempo sono importanti anche le individualità. Era importante avere entrambe le componenti in quegli anni per poter vincere la Serie A. Eravamo tutti cattivi, brevilinei e di fantasia