L’attuale situazione della Sampdoria è figlia delle scelte di Ferrero? O forse di chi, come Garrone, gliel’ha affidata? L’editoriale di Laura Rossetti prova a fare chiarezza tra gli interrogativi senza risposta.
In questi giorni, associato alla Sampdoria, il volto, il nome più chiacchierato è quello di Edoardo Garrone.
È vero, i blucerchiati sul campo faticano, schiacciati sul fondo della classifica in compagnia di squadre sulla carta inferiori ma che dimostrano una voglia di lottare ben diversa, e forse per qualcuno l’incubo della B, un allenatore che ha perso la bussola e ogni certezza, una squadra senza personalità che sembra perdersi nel vuoto ogni domenica, sono problemi ben più gravi di cui occuparsi.
Ma oltre il campo c’è di più e purtroppo di ben più grave e dannoso.
Questo senso di apatia che ruota intorno alla Sampdoria, questo senso di smarrimento totale, che intacca le radici è qualcosa al quale non siamo abituati. Perché il tifoso della Sampdoria non vive il suo amore in base ai successi, alla posizione in classifica, perché il tifoso blucerchiato ha vissuto anche i momenti più bui dimostrando un amore e un attaccamento ai propri colori più grande di qualsiasi cosa.
Sampdoria, Ferrero e Garrone: troppe domande senza risposta
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Ma oggi è diverso. Oggi viviamo un distacco spaventoso e molto pericoloso.
E si sa che quando qualcosa non va, si tende sempre a trovare un colpevole, a disegnare il volto di chi, secondo noi, è l’artefice delle nostre pene.
Per questo si parla tanto di Edoardo Garrone in questi giorni. Perché non si possono addossare le colpe dell’attuale sfacelo a Massimo Ferrero, che, in questa storia, risulta essere l’unico beneficiario della scellerata operazione di cessione della Sampdoria.
C’è una famiglia, che da parte sua anche ragionevolmente, non ha più voglia di accollarsi gli oneri di una società di calcio e spinge Edoardo, presidente in carica, a cercare un acquirente per passare la mano. E fin qui? Niente di strano o particolarmente preoccupante. Ma la domanda che affligge ormai quasi tutti i tifosi, anche quelli che all’inizio sembravano essere contenti di questa aria frizzantina e “burina” portata dalla nuova proprietà, è: “Perché proprio lui?”.
Troppe domande, troppe incertezze, troppi misteri.
Troppi punti interrogativi su una questione che non riguarda solo un “acquirente” e un venditore ma (almeno) mezza città. Troppe le domande che vorremmo rivolgere, sperando in coerenti risposte, a chi per cinque anni ci ha tranquillizzato sulla sua scelta per poi cambiare idea in una famosa piazza del centro cittadino con tanto di sciarpa al collo.
Oggi, più che mai, chi ha a cuore le sorti della Sampdoria ha bisogno di certezze, di sciogliere quel cuore congelato ormai quasi otto anni fa.
Attendiamo. E speriamo.