E se spariscono anche le certezze per la Sampdoria è davvero finita. È la sensazione di Massimiliano Lussana dopo il Cagliari…
Per la prima volta dall’inizio del campionato, nonostante la classifica dica che i punti di vantaggio sulla zona pericolosa sono ancora sei, che sono tanti, anche alla luce del fatto che la vicenda Salernitana si è conclusa bene, senza influire sulla regolarità della serie A, ho paura per la Sampdoria.
Ho paura perché quando lasci sei punti a una squadra come il Cagliari, che ne ha fatti tredici in tutto il campionato, c’è un problema enorme.
Paura perché, davvero, il Cagliari gioca malissimo e uno come Mazzarri fa del calcio degno degli anni Quaranta, con una rosa impressionante e un’altrettanto impressionante pochezza di idee e incapacità di costruire gioco. Ma oggi non ha rubato assolutamente niente e, soprattutto dopo il 2-1, ha legittimato la vittoria andando più volte vicino al terzo gol di quante la Sampdoria si sia avvicinata al pareggio.
Paura perché una squadra che gioca male come la Sampdoria nel secondo tempo non l’avevo mai vista.
Ho paura perché un portiere più in confusione di Audero, raramente l’avevo visto e il Covid che ha colpito Falcone è stato un ulteriore problema oggi perché, dopo Roma, non riesco a capire perché non giochi lui.
Ho paura perché un attacco così imbarazzante non l’avevo mai visto: a parte lo straordinario Manolo Gabbianini, anche oggi il migliore in campo. E stiamo parlando di quello che per alcuni tifosi era “triste e svogliato”, ma torneremo su questi intenditori. Gli altri hanno uno score che fa paura: Caputo, Quagliarella e Torregrossa messi insieme hanno realizzato cinque goal in tutto il girone d’andata più una partita e, tanto per dire, contro una delle peggiori squadre del campionato, non hanno minimamente visto la porta, nemmeno si sono avvicinati non al goal, ma neppure a un’occasione.
La Sampdoria non ha certezze in attacco…
Sampdoria, per la prima volta un colpo alle certezze
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Caputo ha segnato quattro gol in 20 presenze. Quagliarella una rete in 18 presenze.
Torregrossa, costato 6 milioni o giù di lì e portato da quelli che oggi sono visti come i salvatori della patria, gli stessi di Audero a 22 milioni o giù di lì e di Jankto a 14 milioni o dintorni, è un giocatore a cui va larga già la serie B.
Eppure, i soloni erano qui a spiegarci, dopo il primo e unico (e bellissimo) goal all’esordio che eravamo di fronte a un nuovo fenomeno del calcio italiano, con tanto di storie dei campioni sbocciati tardi, come se ci trovassimo di fronte all’erede di Luca Toni.
Lo dico, a costo di prendermi insulti, se questi sono gli intenditori, meglio Faggiano.
E devo dire che l’unica cosa che mi rasserena è che le deleghe tecniche siano in capo anche a Marco Lanna, persona perbene e sampdoriano vero. Esattamente come Alberto Bosco e Gianni Panconi. Ed esattamente come lo erano Enrico Castanini e Pino Profiti, improvvidamente spariti dall’organigramma. Ed esattamente come lo sarebbero stati Christian Puggioni ed Enrico Nicolini, cuori blucerchiati come Marco, che io metterei immediatamente in ruoli importanti in società.
L’unico sprazzo di luce blucerchiata, insieme alla prestazione di Gabbiadini è quella di Yoshida. Appena è uscito, si è sentito moltissimo, anche perchè l’ingresso di Dragusin oggi è stato disastroso.
Sampdoria, i tifosi non sono innocenti
Sampdoria, per la prima volta un colpo alle certezze
Così come, dico un’altra cosa impopolare: che, fra i tantissimi problemi della Sampdoria, c’è un certo tipo di tifosi, che, ad esempio, sono gli stessi che esultavano per Torregrossa parlandone come di un fenomeno della natura, e poi magari fischiavano il miglior giocatore di un certo tipo che c’è stato qui dopo Antonio Cassano, che è Gianluca Caprari e che, ovviamente, sta facendo mirabilie a Verona (6 gol in 18 presenze, ma è il meno), come le aveva fatte a Roma quando Luis Enrique – non uno qualsiasi – lo fece esordire giovanissimo titolare in Europa League e come le ha fatte a Pescara dimostrando di poter giocare in almeno tre ruoli.
Ma qui i geni del calcio fischiavano il “presuntuoso” Caprari, senza capire che uno come lui era l’uomo in più per la Sampdoria. Era il fenomeno che mancava e che si andava a cercare fuori, mentre bastava guardare in casa propria.
E diciamo pure che sono imbarazzanti i numeri dei tifosi, generalmente quelli che criticano e che pretendono e che danno lezioni dall’alto della loro ignoranza calcistica, spesso: al Ferraris i paganti erano 3188 con un incasso di 48742 euro, forse i soldi per pagare la bolletta della luce.
Eppure, in settimana, senza alcun rispetto per Marco Lanna, avevamo letto titoli che suonavano pressappoco così: “Effetto Lanna sulla Samp, vola la prevendita”.
No, nessun effetto, nessun volo e non certo per colpa di Marco.
Il punto è che non c’è più nessun alibi, nemmeno quello dell’”inguardabile Ferrero”, ma lo stadio è sempre più deserto.
E ciò, dopo la partita di oggi, mi fa veramente paura.