Una Sampdoria brutta e irriconoscibile quella che Marco Giampaolo ha schierato a Bergamo, contro l’Atalanta in un perfetto suicidio
Possiamo discutere quanto vogliamo sul presunto rigore su Quagliarella per il tocco di Toloi. Ma finiamo qui.
Perché se fosse finita sette, otto o nove a zero per l’Atalanta contro questa pessima Sampdoria non ci sarebbe stato nulla da dire.
Perché una Sampdoria così brutta Roberto D’Aversa non l’aveva mai messa in campo, nemmeno con il Cagliari, andata o ritorno senza soluzione di continuità, nemmeno nel secondo tempo contro il Torino.
E, esattamente come avevo dato tutti i meriti a Marco Giampaolo per le splendide vittorie con Sassuolo (la migliore squadra del campionato in questo momento e anche a Genova, ma Dionisi è Dionisi) e Empoli (la migliore squadra del campionato come rendimento e anche a Genova, ma Andreazzoli è Andreazzoli), oggi dico anche che è tutta colpa di Giampaolo o quasi.
Perché è come se la Sampdoria non fosse mai scesa in campo, almeno per tutto il primo tempo, anche se l’inizio della ripresa ha dimostrato comunque un minimo segnale di vita, aiutando Musso a scuotersi dal freddo, prima del 3-0 dell’Atalanta. E poi del quarto goal.
Giampaolo ancora talebano?
E qui le colpe sono tutte di Giampaolo, ribadisco, e dovranno ammetterlo persino tutti coloro che attaccavano D’Aversa come la causa di tutte le colpe dell’Atalanta: lo score per ora dice per Giampaolo sei punti in cinque partite (due vittorie con Sassuolo ed Empoli e tre sconfitte alla Spezia, al Meazza con il Milan e il suicidio di Bergamo), media 1,2 punti a partita, (anche se nelle stesse partite D’Aversa aveva fatto all’andata 7 punti, con un incontro in più in casa), mentre il suo predecessore con 20 punti in 22 partite, quindi con numeri più consolidati, era a 0,9.
Media certamente inferiore, ma anche più difficile considerando che era praticamente senza pubblico in casa e con il presidente arrestato, anziché con l’entusiasmo portato da Marco Lanna.
Per settimane ci hanno raccontato, anzi tutti abbiamo raccontato che il Maestro era diventato più umile e meno talebano, abdicando ad alcune sue certezze fisse in nome del realismo. E invece.
Fra l’altro, è difficile trovare uno anche minimamente vicino alla sufficienza nella Samp di Bergamo, forse Falcone che – nonostante sia stato molto meno decisivo che in altre occasioni – ha evitato che il passivo fosse ancora peggiore, come sarebbe stato possibile e anche giusto.
Per di più contro un’Atalanta fenomenale, con Gritti in panchina che è anche molto più simpatico di Gasperini, nonostante l’assenza di sei titolari, fra i quali i due ex straordinari Muriel e Zapata.
Contro l’Atalanta la Sampdoria di Giampaolo ha sbagliato tutto
Sampdoria, Giampaolo: suicidio perfetto a Bergamo
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Dicevo che è tutta colpa di Giampaolo, a partire dalla formazione: se Sensi non era prontissimo, è stato un grave errore schierarlo subito, anziché riconfermare Sabiri, che aveva fatto benissimo contro l’Empoli, o al massimo puntare sulla loro convivenza.
E poi la madre di tutti gli errori: Magnani, acquisto scellerato, va detto, aveva fatto malissimo con il Milan ed era il colpevole del goal di Leao almeno quanto Bereszynski. E Giampaolo cosa ti fa? Te lo ripropone in una partita in cui, presumibilmente, la difesa sarà decisiva. Risultato: inguardabile.
Poi, sempre in difesa, l’idea di giocare a tre – perché lui non era convinto di Conti come quarto sull’esterno, come spiegato dal collega Stefano Zaino, sempre informatissimo e serio al “Derby del lunedì” – è stata sciagurata. Conti è andato più avanti, ma il risultato non è cambiato.
E poi l’incredibile scelta di confermare Thorsby che chiaramente con questi schemi non c’entra nulla.
Preoccupa ancora l’attacco
Caputo che non l’ha mai vista, addirittura peggio di Quagliarella, mentre gli attaccanti dati via in giro per l’Italia a titolo gratuito stanno facendo benissimo: Bonazzoli, a cui Nicola ha dato fiducia è rinato, Manuel De Luca a Perugia sta facendo una straordinaria stagione, Torregrossa a Pisa non sta combinando nulla, ma è Torregrossa. E Caprari, lo sapete, è la mia passione assoluta.
Ora la classifica diventa drammatica, prima di un dittico difficilissimo con Udinese fuori casa e Juventus al Ferraris, tornata in piena corsa per lo scudetto. Nei bassifondi della classifica, a undici giornate dalla fine e 33 punti a disposizione, la classifica dice Udinese 26 punti, con due partite in meno, Sampdoria e Spezia a 26 punti pure loro, ma con tutte le partite giocate, così come il Cagliari che è a 25, Venezia a 22 con una partita in meno, Genoa 17 punti con tutte le partite giocate e Salernitana a 15 punti con due partite da recuperare.
Classifica per nulla tranquillizzante.
Se poi giochi a tre a Bergamo contro l’Atalanta e sbagli approccio e uomini ancor meno tranquillizzante.