Sampdoria, cercasi nuove leve: ogni giovane Under 21 fatica ad emergere. Scarsa affidabilità o mancanza di coraggio?
Al Gewiss Stadium di Bergamo, in occasione di Atalanta-Napoli, ha suscitato molto scalpore leggere il nome di Alessandro Zanoli fra i titolari dei partenopei. Classe 2000, esordio in Serie A in una partita d’alta classifica in un Napoli che si sta giocando lo scudetto, Zanoli ha impressionato tutti per la sua prestazione positiva. Premiando il coraggio di Luciano Spalletti nel buttarlo nella mischia.
Alla Sampdoria, invece, una cosa del genere ancora non è accaduta. I giovani blucerchiati faticano a trovare spazio, ancora di più una maglia da titolare. Eppure le giovani leve, Zanoli insegna, potrebbero anche stupire per affidabilità e rendimento.
Ma si deve partire dal presupposto che alla Sampdoria i giovani sono pochi. In una squadra con l’età media tra le più alte in Serie A, sono appena 4 gli Under 21: Kristoffer Askildsen, Simone Trimboli, Vladislav Supryaga (che ne ha computi da poco 22) e Mikkel Damsgaard. E oltre ad essere pochi, il loro minutaggio, dati alla mano, è davvero scarso.
Sampdoria, scarso spazio ai giovani: Giampaolo meno fiducioso di D’Aversa
Sampdoria, in campo mai un giovane. I numeri
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Per cominciare, la parabola di Askildsen sembra paradigmatica: 723 minuti in campo con Roberto D’Aversa, mai giocato con Giampaolo, neanche un minuto (di mezzo anche un infortunio, che lo ha tenuto fuori quattro giornate). Forse l’attuale tecnico della Sampdoria vuole puntare di più su giocatori navigati, di esperienza e che conoscano il suo gioco. Questo per cercare più facilmente la salvezza, che richiede nervi e abitudine a partite importanti. Ma se ci sono ragazzi di vent’anni buttati nella mischia da chi si gioca uno scudetto, e che impressionano il pubblico, perché non rischiare?
D’Aversa credeva di più nei giovani rispetto a Giampaolo. Lo dimostrano Gerard Yepes Laut e Radu Dragusin. Il primo ha giocato molto poco con D’Aversa, che però lo ha portato con sé fin dalla preparazione estiva. Ora lo spagnolo è tornato nella squadra Primavera, di cui è capitano. Dragusin invece, esattamente dall’arrivo di Giampaolo, è stato ceduto alla Salernitana.
Opposto il discorso su Simone Trimboli, che con D’Aversa non ha mai visto il campo mentre nelle ultime partite sta racimolando minuti. Dall’esordio a marzo contro la Juventus fino ai 17 minuti con la Roma, il centrocampista classe 2002 della Sampdoria sta cominciando a godere della fiducia di Giampaolo. Ma è ancora troppo poco.
Così come è troppo poco il minutaggio di Supryaga, che dal canto suo ha un ritardo di condizione fisica che ne rallenta l’inserimento. Ma l’averlo messo in campo e poi tolto dopo 24 minuti in Sampdoria-Sassuolo non è stato un bel segnale.
Resta fuori solo Mikkel Damsgaard, falcidiato dagli infortuni che hanno influito negativamente sulla stagione. D’Aversa aveva fiducia in lui, Giampaolo lo aspettava e ora deve studiarlo. Ma da qui in avanti è difficile che possa giocare molto. A conferma di una tendenza che alla Sampdoria vige da tutta la stagione.