Cedere Caprari e Bonazzoli sono due errori che la Sampdoria sta pagando. Almeno ne è convinto Massimiliano Lussana…
A dieci minuti dalla fine, con la Sampdoria in vantaggio, dopo che il pomeriggio ha portato le sconfitte di Venezia e Spezia, in qualche modo sembra fatta.
Certo, è stata rocambolesca, dopo un inizio tutto di marca Verona, il rigore per il fallo di Gunter, ex genoano, su Caputo, il check per controllare un possibile tocco di mano di Thorsby, il rigore confermato e battuto da Caputo, la parata di Montipò e il successivo intervento sulla respinta nuovamente di Caputo con l’1-0.
E, paradossalmente, proprio in questo momento, da questo momento, la Sampdoria legittima assolutamente il suo vantaggio precedente, fino per l’appunto all’ultimo quarto d’ora quando, dopo i cambi di Giampaolo, con gli ingressi di Sensi, Quagliarella, Ekdal e soprattutto Murru e Yoshida, colpevoli sul goal come tante altre volte, la Sampdoria va in difficoltà e il Verona sale moltissimo, creando apprensione a un Verona meno bello che in altre partite.
Insomma, persino nella partita in cui ha messo un undici di partenza rivoluzionario e a suo modo coraggioso, impostandola bene, il pareggio del Verona è un regalo del Maestro, di Giampaolo, che evidentemente non riesce a giocare una partita senza un minuto di Murru, nonostante Augello dimostri in continuazione che il titolare è lui. Diverso il discorso di Yoshida che subentra allo sfortunatissimo Ferrari, che rimedia un mezzo infortunio, ma viene comunque tolto troppo frettolosamente, senza nemmeno tentare di rimetterlo subito in campo, dove ha fatto bene.
E Giampaolo nel dopo partita li attacca in qualche modo, facendo presagire uno spogliatoio non granitico, per usare un eufemismo:
Entrambi mi hanno chiesto il cambio. È chiaro che quando perdi due difensori che hanno respirato la partita per 80 minuti diventa un problema. Sono avvelenato anche per questo motivo. Però bisogna morirci in campo prima di uscire…
Sampdoria, i genoani si ricordino Genoa-Torino e Genoa-Verona
Sampdoria, non so chi abbia regalato Caprari: ma che errore!
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Insomma, Giampaolo fa due cambi in difesa e rimette in scena la premiata ditta Murru-Yoshida, vera e propria banda del buco, che si perdono Caprari e finisce 1-1 rinviando ogni verdetto probabilmente al derby di sabato alle 18 al Ferraris.
Spazziamo subito via l’obiezione di chi parla di squadra avversaria demotivata o che gioca in ciabatte: il Verona si gioca l’ottavo posto che significa saltare due turni di Coppa Italia e quindi iniziare dopo la stagione ufficiale e vale anche tanti soldi.
Soprattutto, fa sorridere se l’obiezione arriva da genoani – ma direi la stessa identica cosa a ruoli invertiti, perché, come sapete, penso che il derby sia un valore assoluto di questa città e mi piacerebbe che fosse derby di A – dopo aver visto Genoa-Torino di quest’anno, ma soprattutto Genoa-Verona che salvò i rossoblù già dopo il primo tempo a scapito del Lecce di Liverani.
Insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Dove invece le pietre si possono tirare è per giudicare i cambi di Giampaolo.
Sampdoria, vendere Caprari un grave errore…
E, per l’ennesima volta, i dirigenti che hanno fatto la campagna acquisti: quella estiva e quella di gennaio.
Che si tratti di Faggiano, Romei o Osti che, da una serie di articoli usciti in settimana su varie testate, sono protagonisti di una narrazione secondo cui la cessione di Gianluca Caprari, forse il miglior calciatore della serie A di quest’anno, è tutta colpa di Faggiano e Ferrero.
Quello che è certo è che Roberto D’Aversa si oppose, ma che il parere del tecnico in questa squadra e questa società valeva come il due di coppa a briscola quando briscola è bastoni.
Io, davvero, non so chi abbia firmato queste operazioni, ma una società che manda via Caprari e Bonazzoli e tiene Torregrossa è qualcosa che non si può vedere e nemmeno pensare.
E il goal contro di noi è la perfetta nemesi di un’incapacità totale di capire i calciatori o, peggio ancora, della volontà di assecondare una parte della tifoseria, magari per garantirsi una certa pace sociale.
Ma che Caprari fosse un fenomeno lo si capiva dai primi minuti di Europa League quando Luis Enrique – Luis Enrique, capito, non D’Aversa o Giampaolo – lo fece esordire titolare nella Roma. E poi gli anni a Pescara hanno confermato tutto questo.
Fra l’altro, Caprari è uno che può giocare indifferentemente in tre ruoli, che ha sempre segnato i suoi goal e che quest’anno alla Sampdoria sarebbe servito come il pane. E non staremmo qui a parlare di salvezza.
Sampdoria, Caprari ma anche Bonazzoli…
Invece, cosa ti fanno questi geni? Gli stessi che hanno mandato via Bonazzoli e non Torregrossa, pagato sei milioni…
Lo cedono per quattro milioni – giuro, quattro milioni – al Verona, dove ovviamente esplode.
Secondo Il Secolo XIX:
Una grande rivincita per Caprari, innanzitutto nei confronti di Ferrero che non ha mai creduto nei suoi mezzi (da quando peraltro Ferrero ne capisce di calcio? ndr) e anche del ds Faggiano, che nello scorso agosto ha avallato e condiviso la volontà di Ferrero e dei suoi consiglieri romani di cederlo (come Bonazzoli) per abbassare il monte ingaggi…
Ora, personalmente non so se questa versione sia vera.
Ma, anche cambiando l’ordine dei responsabili, così come ipotesi di scuola, come in una proprietà transitiva degli errori di mercato, il risultato non cambia: è stato praticamente regalato il miglior giocatore della rosa.
E il goal contro la Sampdoria, che rinvia la salvezza, è la Nemesi, l’eterogenesi dei fini.
Anche perché la salvezza quest’anno vale cento volte tanto e vale soprattutto la cessione e il futuro, un futuro glorioso.
Uno scenario che sarebbe messo seriamente in dubbio dalla retrocessione in B.
Che, forse, non sarebbe in B, ma in D o come si chiama oggi.