Sampdoria-Fiorentina, derby del cuore per Eriksson: da Mancini a Baggio passando per Lanna, i ricordi dell’ex tecnico.
Quella tra Sampdoria e Fiorentina sarà una partita che ha ancora un che di speciale per Sven Goran Eriksson, che dopo tanti anni trascorsi dalla sua lunga esperienza italiana ancora ricorda nitidamente gli uomini e le persone che ha allenato. L’allenatore svedese, che è stato a Genova dal 1992 al 1997 e a Firenze ancora prima (1987-1989) ha potuto vivere da dentro l’atmosfera di queste sue squadre, ricche di campioni e di talenti internazionali.
A partire dalla Sampdoria, che lui ha allenato a partire dall’anno successivo alla finale di Coppa dei Campioni di Wembley. Quella era una squadra di grande livello, ambiziosa e che Eriksson, in un’intervista rilasciata al Secolo XIX, ricorda vincente:
Quando sono arrivato c’è stata la cessione di Vialli che forse ha cambiato un po’ la storia del club. Papà Mantovani mi disse che non aveva più forza di competere con Juve, Milan e Inter. Ha dovuto vendere ma restava una grande squadra, con calciatori importanti. La Samp era bravissima nel trovare giovani talenti: Veron, Seedorf, Karembeu, non ancora al top ma esplosi nella Samp. Nel primo anno di Gullit potevamo vincere lo scudetto, ci siamo riusciti con la Coppa Italia: non abbiamo vinto molto, ma giocavamo bene, era bello vedere quella Samp.
Sampdoria, Baggio o Mancini? La risposta di Eriksson

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Quella Sampdoria che Eriksson ha allenato era alla fine di un ciclo importantissimo, fatto di divertimento e vittorie in Italia e in Europa. Anche l’allenatore svedese però ammette di essere arrivato al suo tramonto, sancito secondo lui dalla cessione di Gianluca Vialli. Perché Vialli e Mancini insieme erano davvero l’anima di quella squadra. Soprattutto il numero 10:
Eh eh…sì c’era Mancini, e non è poco: lui e Vialli erano i simboli della Samp, lui anche più di Gianluca. Era fortissimo, elegante, un genio.
Anche perché Eriksson è un tecnico che di numeri 10 se ne intende. Alla Fiorentina, la prossima avversaria della Sampdoria, ha allenato anche un certo Roberto Baggio, che ha lasciato per sempre il segno nella storia del calcio italiano. Ma lo svedese, che di anni ne ha 74, tra i due “Roberti” che danzavano col pallone in Serie A negli anni novanta, chi preferisce?
Chi avrei scelto tra Mancini e Baggio? Non sarebbe giusto farlo, erano due geni. Una differenza è che Mancini alla Samp era più uomo-squadra, aiutava i giovani, era un simbolo, ma Baggio l’ho avuto agli inizi. Però chi era più grande? Messi o Maradona? Diego o Pelè? Siamo lì no? Vale anche per Baggio e Mancio. Loro due insieme? Sarebbe stato bello ma Sacchi scelse Baggio
Adesso alla guida della Sampdoria c’è un uomo che il blucerchiato ce l’ha dentro fino al midollo. Marco Lanna, genovese e sampdoriano, è stato un altro dei giocatori che Eriksson ha potuto allenare all’ombra della Lanterna. E al quale l’allenatore svedese augura tutto il meglio:
Lanna? Gli faccio i complimenti, grande uomo ed era un grande difensore, forte, anche se l’ho allenato un anno solo