Ora il futuro della Sampdoria: avanti con Lanna ma una partita non può fare il futuro di Giampaolo. La settimana prossima la verità. Intanto…
Sapete come la penso, ed è un pensiero non condiviso da molti di coloro che seguono la Puntina: credo che il derby fosse (e sia) un valore assoluto per la città e quindi credo che la notizia – anzi, la metà della notizia, l’altra è meravigliosa a prescindere – non sia buona nemmeno per i blucerchiati.
Mettiamola sul ridere e diciamo che, senza il Genoa, la Sampdoria dovrà andarsi a cercare sei punti in più nel prossimo campionato di Serie A. E che, senza i derby, anche quest’anno rischiava di finire in modo diverso, classifica alla mano. Con trentotto derby, i blucerchiati avrebbero vinto il campionato a punteggio pieno, senza è un’altra storia.
Poi, certo, se retrocedesse il Cagliari, ci sarebbero sei punti in più per lo score drammatico della Sampdoria contro la squadra isolana…
Ma, scherzi a parte, la Puntina l’ho scritta prima di andare allo stadio (e poi è stato qualcosa di straordinario e di emozionante, a potenza, in campo e fuori), perché – al triplice fischio di Daniele Doveri a Cagliari – è successo qualcosa che nemmeno il più ottimista tifoso blucerchiato avrebbe potuto pensare nei giorni e nelle settimane scorse: automaticamente, senza giocare, non solo il Genoa in B (mentre in caso di pareggio i rossoblù sarebbero stati legati a una combinazione di risultati con una infinitesima possibilità di salvezza), ma anche la Sampdoria un altro anno in A, sfatando anche la maledizione degli anni “doppi”.
Insomma, grazie alle combinazioni, la partita con la Fiorentina – che avrebbe potuto essere drammatica, tornata in forma, la Roma e l’Atalanta in difficoltà e quindi per i viola una grandissima opportunità, la paura blucerchiata – si trasforma in una grande festa, superando anche la scellerata scelta della Lega di giocarla in posticipo, peraltro in un orario improponibile: le 18,30 del lunedì.
Sampdoria, la grande risposta della gente blucerchiata
Improponibile per tutti, ma non per la gente blucerchiata: fino a poche ore prima lo stadio contava 9500 biglietti venduti, di cui 1650 nel settore ospiti, a cui andavano aggiunti 9066 abbonati. Numeri importanti che segnano la ripresa definitiva dopo il punto più basso registrato il 15 gennaio di quest’anno, contro il Torino, con 2549 paganti (giuro che non è un lapsus ed è vero che eravamo in un periodo di Covid, ma le polemiche di quei giorni erano per i pochi spettatori ammessi allo stadio, massimo 5000, e lì ne fecero la metà), qualcosa di indegno della storia della Sampdoria.
Da qui bisogna ripartire. Dai tifosi, dalla gente blucerchiata, dai colori.
E la salvezza di quest’anno – oggettivamente forse poco meritata per il gioco messo in mostra in tutta la stagione, salvo le primissime partite, forse, i due derby vinti meritatamente, Empoli e Sassuolo e poco altro – vale molto di più.
Tanto per dire, se i 777 anziché prendere Shevchenko, Spors e Blessin, cioè quanto di peggio io abbia mai visto nei rispettivi ruoli (anzi, forse Sheva è il meno peggio dei tre) avessero tenuto Ballardini, uno che non ha mai perso un derby, magari stavamo qui a scrivere un’altra storia, meno positiva e gioiosa.
Ma in questa stagione da tanti punti di vista devastante.
Perché è impossibile dimenticare che, nel frattempo, è stato arrestato il presidente, che ci sono stati dubbi su tutto, sugli adempimenti previdenziali e fiscali e su tanto altro, prima della riapertura delle linee di credito e che essere senza società è il modo migliore per retrocedere.
Sampdoria, da D’Aversa a Giampaolo disastro tecnico…
Sampdoria, avanti con Lanna ma una partita non fa il futuro di Giampaolo
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Dal punto di vista tecnico è stata una stagione pessima, ma due cose ai mister – che spesso ho anche criticato – occorre riconoscerle.
Roberto D’Aversa ha saputo tenere la barra dritta quando la nave era senza comandante, riuscendo ad essere contemporaneamente tecnico, motivatore, presidente, direttore sportivo e quant’altro.
Marco Giampaolo ha vinto le due partite che doveva assolutamente vincere: la trasferta di Venezia e il derby di ritorno. E chissenefrega se nel primo caso a essere decisivo è stato il portiere finlandese dei lagunari e nel secondo l’errore di Criscito al novantaseiesimo. Se possibile, nel sogno blucerchiato, tutto questo rende il tutto ancora più bello.
Se uno sceneggiatore avesse proposto questa trama, soprattutto dal derby in poi, sarebbe stato respinto con perdite per l’assoluta inverosimiglianza della trama.
E invece è tutto vero, assolutamente vero.
La prossima settimana, come sempre, faremo il pagellone di fine campionato.
Ma, in attesa di analizzare tutti i giocatori andati in campo o in panchina, una cosa si può già dire.
E cioè che, per ripartire il prossimo anno, a mio parere occorre azzerare e resettare tutto, ripartire proprio da zero.
Sampdoria, Lanna deve guidare la nuova proprietà mentre Giampaolo…
La nuova proprietà “rischia” di essere una proprietà pesantissima, soprattutto se fosse il fondo arabo che a sua volta controlla il fondo proprietario del City. Che, per capirci, non sono quelli che erano stati presentati come la soluzione di ogni male e più che ai playoff del Pisa non arrivano, nonostante fossero “gli uomini più ricchi del mondo”, prima dell’apparizione dei 777 ovviamente.
Insomma, io credo che in società ci siano tre valori assoluti: Marco Lanna, che ci ha messo la faccia quando nessuno voleva metterla. Ma Alberto Bosco e Gianni Panconi, che sono bravi a far di conto. Su di loro è giusto che i nuovi proprietari diano il giudizio, magari confermandoli.
Per il resto, bravi e meno bravi, buoni e cattivi, penso che sia arrivato il momento di voltare pagina, ringraziando tutti per il lavoro fatto, ma cambiando completamente l’organigramma.
E questo vale anche per l’area tecnica: io terrei Felice Tufano perché i suoi risultati li porta sempre a casa, anche con un gioco gradevole. Poi Enrico Nicolini perché è una persona straordinaria e perché ha i colori blucerchiati attaccati alla pelle, ma poco altro.
E saluterei anche lo stesso Marco Giampaolo, che giustamente può reclamare i due anni di contratto pattuiti (troppi, a mio parere) in caso di salvezza, ringraziandolo per il lavoro, ma voltando completamente pagina.
Inizia una storia nuova, che può essere entusiasmante.
Ma iniziarla con gli stessi protagonisti – buoni o cattivi, ribadisco – è il peggior modo di farlo.
Sampdoria, avanti con Lanna ma una partita non fa il futuro di Giampaolo