L’Antitrust ha rigettato gli impegni di DAZN e Tim in merito alla limitazione della concorrenza di altri operatori…
Tutto parte dal Codancons che aveva segnalato, su invito dei consumatori, alle autorità competenti alcuni atteggiamenti considerati poco chiari da parte di DAZN e TIM. A questo punto il 6 luglio 2021 l’Antitrust aveva avviato un’istruttoria nei confronti proprio di TIM e DAZN per “per possibile intesa restrittiva della concorrenza” per i diritti tv della Serie A nel triennio 2021-2024.
L’authority ha deciso di prorogare il termine del procedimento al 31 marzo 2023 quando, con tutta probabilità, potrebbe arrivare a carico delle due aziende una sanzione economica. Secondo Reuters la multa dovrebbe aggirarsi attorno al 10% del fatturato, se si dimostrasse la violazione.
I rischi di DAZN e TIM
http://https://www.instagram.com/p/Ced-8HVKi_V/
Diritti tv, DAZN e TIM rischiano una multa. Il motivo
LEGGI ANCHE Calciomercato Sampdoria, Keita Balde a parametro zero? Decide Giampaolo
LEGGI ANCHE Calciomercato Bologna, Sartori all’assalto di Thorsby. La situazione
Il 26 marzo 2021 DAZN si è aggiudicata la possibilità di mandare in onda per 3 stagione (dalla 2021/2022 alla 2023/2024) il campionato italiano di Serie A per un totale di 2,5 miliardi di euro, 840 milioni di euro all’anno. Successivamente ha trovato un accordo con TIM come partner tecnologico, questo vuol dire che l’app di DAZN si trova sul portale di Tim Vision e che Telecom Italia mette a disposizione la propria banda per trasmettere la gare. Tutto pagando un canone annuo di 340 milioni di euro.
Il 6 luglio 2021 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di DAZN e TIM, in quanto nel provvedimento di riduce la capacità del gruppo di proporre sconti agli utenti ma anche incentivi all’investimento per l’interconnessione con gli operatori e l’adeguamento della rete di distribuzione. Inoltre il Codacons ha presentato un’esposto contro gli aumenti tariffari per la visione della Serie A 2022/2023 disposti dalla società. La scadenza precedente era stata fissata al 30 giugno 2022 ma, adesso il termine è stato spostato al 31 marzo 2023.